A Meg è stato diagnosticato un disturbo d’ansia cronica («l’ho scoperto quando avevo 20 anni», ha spiegato a Self). Meg soffriva di attacchi di panico violenti e Tom, il suo fidanzato, ha dovuto imparare a conviverci. «È cominciato tutto quando avevo sette anni», continua Meg, «ero terrorizzata. Ero ossessionata che i miei genitori prima o poi mi avrebbero abbandonato. Non volevo mai rimanere sola, a scuola, in piscina, ovunque andassi vivevo un incubo».

La paura come compagna di vita «Per tutta la mia adolescenza e oltre, ho vissuto le fasi della vita con il freno a mano tirato, il doppio dell’apprensione e meno della metà del coraggio dei miei amici. È stata davvero dura». Anche la scoperta della sessualità e l’intimità di Meg ne hanno risentito parecchio, «era come se fossi completamente paralizzata, pensavo al peggio, sempre. Nonostante prendessi tutte le precauzioni del caso, la paranoia di contrarre infezioni mi bloccava».

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Ansia e delirio «Erano i miei compagni di vita. Ho avuto un’amica del cuore e un ragazzo d’oro che mi sono stati vicini fino ai 25 anni, ma l’idillio della leggerezza di quegli anni spariva al primo accenno di debolezza. Crollavo. E le mie relazioni e le mie certezze con me. Poi, qualche anno e svariati attacchi dopo, è arrivato Tom. Oggi siamo felici e io sto vivendo quell’idillio rovinato troppe volte. Ma all’inizio non è stato semplice, anche se con lui molto più facile rispetto a tutte le atre volte passate. Quando ho raccontato a Tom del mio disturbo, lui è stato pazzesco. Certo, anche lui, come tutti, rimase scosso dalla ferocia dei miei attacchi, ma lui ha sempre avuto la capacità (inaspettata) di farmi sentire benissimo dopo. Ancora oggi non mi fa sentire la causa di ciò che sono costretta a subire, non rimane destabilizzato, reagisce all’istante, e io con lui.

Finalmente respiro «Tom è ossigeno per me. Perché mi ha fatto capire che il rimedio migliore è non cercare rimedi. Né spiegazioni. O meglio, sapendo che sono seguita ormai da anni da specialisti, mi rasserena dicendomi che è importante affrontarli nel modo più lucido possibile, e che con gli anni sono diventata bravissima a evitare che prendano il sopravvento. Insomma, Tom mi fa sentire forte, più forte dell’ansia che mi divora. Insieme a lui riesco ad avere più controllo. E gli sono profondamente grata perché avere un partner che con te decide di condividere un problema enorme e ingestibile, significa abbracciare un supereroe. Oggi ho l’ansia, ma quella, bellissima, da pre-matrimonio».