Beyoncé in Lemonade non ha venduto il suo nuovo business. Ha venduto tutta la collezione della sua vita (vedi gli abiti indossati nei videoclip) ma ha deciso che per l’affaire Ivy Park, ovvero la sua linea di abbigliamento sportivo per TopShop, bastano campagne e cartellonistica spalmate ovunque. Beyoncé è un marchio, Beyoncé vende qualunque cosa. Figurarsi un body nero con scritta enorme al centro (al costo di 42 euro in Italia lo trovate in vendita su Zalando). La penna più puntuale in circolazione, Rachel Lubitz, però, ha trovato il primo difetto del body più venduto al momento e si chiede: fare yoga con il body anziché con i leggings non provoca irritazione della vagina invece che sollievo ai muscoli? Riportando la questione calda, caldissima: tutte queste linee di athleisure (mix tra pleasure e athletic) sono davvero funzionali alla performance oppure hanno molto stile ma poca praticità? Quindi mettiamo un attimo in pausa la ricerca compulsiva di abbigliamento da yoga online.

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Nel suo lancio ufficiale (ed enorme) Beyoncé sponsorizza Ivy Park come una collezione per tutti gli sport e, soprattutto, per tutti i corpi. Specie quello come il suo un po' burroso che in un costume intero o body trova la pace dei sensi (e delle curve li-be-re). Ovviamente chi indossa un body come questo invece dei leggings avrà qualche problema in più nel praticare yoga all’aria aperta (mini-trend nel maxi trend). Ma la questione che ha fatto titolare la Lubitz “Il body di Beyoncé danneggia la vagina” ha fonti scientifiche più che estetiche. Ovvero: la formazione più rapida e prolifica di germi che vanno a riprodursi nelle zone umide - quali quelle vaginali - particolarmente “calde” durante attività sportive che implicano respirazione, attivazione dei muscoli pelvici (come yoga e pilates). Qualche anno fa avevamo trattato un altro argomento che metteva la vagina al centro dell’attività sportiva: ovvero il coregasm esempio di come alcuni sport sollecitino muscoli clitoridei e regalino performance unita a orgasmo. Con un body il raggiungimento di questo doppio obiettivo è molto facilitato. Ma a discapito di cosa?

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Eruzioni cutanee, mancanza di traspirazione, follicolite: queste le controindicazioni per chi indossa il body come sostituto di leggings&co secondo il dottor Michael Eidelman contattato dalla Lubitz sull’argomento: «indossando un capo di questo tipo per lungo tempo è importante preoccuparsi dell’effetto del calore di una zona così sensibile a rischio batteri». Il fatto che poi un body per una performance sportiva debba essere più di elastene che di cotone non aiuta per niente. Eppure il dominio del body da (ex) American Apparel (tra i primi a credere che un body da ginnastica artistica potesse conquistare il comfortwear) aveva sancito che questo era IL capo che rivoluzionava il modo di praticare sport ed essere femminili (molto più del reggiseno assistito). Invece, ancora una volta, ruota tutto intorno al dominio della vagina: che poi se il ritorno alla sua versione nature inchiodasse (e per fortuna) il body tormentone di Beyoncé? Tutti a puntare sulla maxi felpa grigia di Ivy Park. Bella, bellissima, sana, sanissima.