Pile scariche? D’inverno capita più spesso. Colpa del superattivismo tipicamente femminile, dello stress cittadino, delle vacanze ormai troppo lontane, ma soprattutto di un fatto naturale quanto sottovalutato: in questa stagione c’è meno luce. Un segnale così potente per il sistema endocrino che - un po’ come avviene agli animali in letargo - ci fa adottare istintivamente la modalità “risparmio di energia”. «Ci sono persone meno capaci di adeguare i propri ritmi fisiologici alla minore esposizione alla luce, tanto da esserne infastiditi fisicamente e psicologicamente», spiega l’endocrinologa Anna Pia, responsabile del servizio di Endocrinologia dell’ospedale San Luigi di Orbassano (To). «In questi casi parliamo di Seasonal Affective Disorder (Sad), un vero e proprio disturbo dell’umore, spesso accompagnato da ansia, irritabilità, depressione, stanchezza, mal di testa, insonnia, che colpisce più facilmente le donne tra i 20 e i 40 anni. Tutto questo è dovuto alle variazioni della melatonina, ormone prodotto dalla ghiandola pineale in risposta alla luce, con livelli più elevati in autunno- inverno e ridotti nel periodo estivo. È dimostrato che chi soffre di Sad non ha le normali fluttuazioni notturne di melatonina, e talvolta ha anche alterazioni nei livelli di serotonina.

Ma se le patologie vere e proprie sono poche, possiamo dire che in inverno una piccola quota di Sad ce l’abbiamo un po’ tutti». Un problema particolarmente diffuso nei paesi industrializzati: negli Stati Uniti almeno il 20% dei cittadini riferisce al medico stati di affaticamento. «L’importante è distinguere i cali di energia momentanei dai problemi di salute», prosegue l’endocrinologa. «Talvolta questo sintomo può nascondere un ipotiroidismo subclinico (in cui la situazione è solo apparentemente normale, ma il Tsh, l’ormone tireostimolante, è in aumento); oppure anemia, diabete, fibromialgia, celiachia, malattie reumatologiche o infettive. Per questo, se la stanchezza è troppa, una chiacchierata col medico curante è sempre utile».

IL MANTRA DEI PICCOLI GESTI comincia da una lampada Una volta escluse le malattie vere e proprie, è possibile innalzare il livello di energia? «Fondamentale assicurarsi una dieta varia, ricca di sali minerali e vitamine, in particolare la D e quelle del gruppo B, cruciali per l’energia. Ma tutto questo è inutile senza la giusta quota di attività fisica: l’esercizio regolare (almeno una ventina di minuti al giorno) aumenta progressivamente la resistenza allo sforzo, migliora la qualità del sonno e favorisce la liberazione di oppioidi naturali che contribuiscono alla sensazione di benessere. Meglio se fatto all’aperto: l’esposizione alla luce del sole (anche in inverno) permette infatti di incrementare fisiologicamente i livelli di vitamina D, con benefiche ricadute non solo sul metabolismo osseo e muscolare e sul sistema immunitario, ma anche sul tono dell’umore », prosegue Anna Pia. Altri accorgimenti molto pratici li suggerisce la coach Francesca Giulia Mereu, che ha appena pubblicato per Tecniche Nuove Ricarica le tue batterie, manuale per imparare a ottimizzare le energie. «Facciamo della luce il nostro primo alleato: nei paesi scandinavi e in Canada, per esempio, in inverno si usano molto le lampade a spettro solare totale (full spectrum light). Nella west coast canadese, dove vivo attualmente, per partire più carichi si comincia la giornata facendo colazione di fronte a questa particolare fonte luminosa che simula la luce naturale del sole. Altro suggerimento importante: riesaminare il proprio budget energetico. La prima domanda da farsi è: cosa mi ricarica di più? E che cosa invece mi scarica? Su questa base, possiamo riscrivere la nostra personalissima “routine energetica”, con le abitudini che ci aiutano e quelle che invece conviene abbandonare.

Il Motivation Lab dell’università di Stanford ha dimostrato che le “mini habits” sostengono meglio le motivazioni personali e creano cambiamenti più duraturi». Qualche piccola abitudine che aiuta il recupero? Risponde ancora la coach: «Andare a letto cinque minuti prima ogni sera, fare le scale anziché prendere l’ascensore almeno due volte alla settimana, bere due bicchieri di acqua in più (anche l’idratazione è utile), focalizzarsi per cinque minuti al giorno su una postura più allineata (serve a superare contrazioni e a evitare movimenti e spesa energetica inutili)».