Per secoli, la rappresentazione e il ruolo delle donne nell’arte sono stati determinati dagli uomini. Nel corso dell’ultimo decennio, la situazione è radicalmente cambiata, in direzione della parità (e oltre): le donne emergenti organizzano personali di alto profilo, i musei mostre a tema femminile e artiste da lungo tempo trascurate ricevono riconoscimenti, sebbene molto in ritardo.

Product, Glass, Pink, Water, Glass bottle, Tableware, Transparent material, Liquid, Bottle, Magenta, pinterest
Courtesy photo
Silvia Levenson, “Amore”, vetro fuso alla cera persa, 2019 Edizione 2/20. Courtesy BI-BOx Art space

Il gender gap non è stato di certo dovuto a una carenza di artiste: centinaia di creative hanno brillato nel corso dei secoli. Ma mentre molte furono influenti in vita, le più caddero nell’oblio perché i musei non ritennero opportuno raccogliere le loro opere. Invisibili nei musei, di conseguenza non risultavano competitive sul mercato, in un circolo vizioso di esclusione che ha visto la corresponsabilità di direttori, curatori di musei e pubblico. Ora il ruolo della donna, artefice e protagonista, è al centro della sezione Solo Show della nuova fiera di arte contemporanea BOOMing, in programma nell’ambito dell’imminente Art Week bolognese.

Photograph, Black, Black-and-white, Monochrome, Monochrome photography, Snapshot, Child, Photography, Human, Fun, pinterest
Courtesy photo
Letizia Battaglia, “Amiche”, Cefalù, 1981


Il focus è su nomi di spicco del panorama artistico nazionale e internazionale. Con i loro lavori queste artiste sfidano i confini cercando di rimediare allo squilibrio e superando la barriera dominata dagli uomini, per riformulare la rappresentazione dellafigura femminile nell’arte. Tra le protagoniste, Letizia Battaglia e Silvia Levenson, insiemead artiste che hanno fatto della tematica femminile il cardine della loro poetica: Mad Meg, Elyse Galiano, Alessandra Baldoni, Mirijam Heiler, Alketa Delishaj, Giovanna Lacedra, Giulia Lazzaron e Silvia Naddeo.

DOVE

BOOMing Contemporary Art Show, la fiera di arte contemporanea “emergente” in programma a Bologna,durante l’Art Week 2020 (23-26 gennaio), all’interno di DumBO, ex scalo ferroviario rigenerato e condiviso da varie realtà sociali e culturali (via Casarini, 19)

CHI

A condurre la discussione sul tema e aprire un dialogo transgenerazionale con le artiste più giovani è la leggendaria fotografa Letizia Battaglia (Palermo, 1935), una delle prime fotoreporterdonna e unica, in un mondo di uomini, a raccontare con passione militante la lotta alla mafia, dal 1974 al 1991, come direttore del team fotografico del quotidiano L’Ora di Palermo. E’ presente a BOOMing con una selezione a cura della galleria Alberto Damian dedicata ai suoi soggetti prediletti, ritratti di donne e bambine.

Vintage advertisement, Style, pinterest
Courtesy photo
"Mad Meg, Patriarca n°6 L’Hippocrate", 2018, inchiostro di china su carta

L’impegno civile caratterizza anche l’artista argentina Silvia Levenson (Buenos Aires, 1957), che presenta nello spazio della galleria BI-BOx Art Space una serie degli oggetti più conosciuti della sua ultima produzione: una grande torta nuziale, trasparente come dovrebbe essere il rapporto in una coppia, ma sorprendentemente sormontata da una piccola bomba a mano con la scritta Love/Amore. Tutto quello che dovrebbe comunicare felicità e condivisione ha un suo lato oscuro: l'amore è roseo, a tinte calde e quasi stucchevoli, ma è anche un pericolo latente ai cui effetti di deflagrazione pochi sopravvivono.

Text, Font, Line, Handwriting, Paper, Paper product, Rectangle, pinterest
Courtesy photo
Elyse Galiano, "Apolline, Constance et les autres", 2014-2018, capelli naturali, tela di cotone, legno

A ricostruire storicamente e riflettere sulla condizione tuttora in parte irrisolta delle artiste contemporanee sono le francesi Mad Meg (Villeurbanne, 1976) ed Elyse Galiano (Strasburgo, 1980). Mad Meg, che ha scelto il titolo di un’opera di Pieter Bruegel il Vecchio non solo come nome d’arte ma anche come manifesto per le sue opere di chiara matrice femminista ispirate ai grandi maestri del passato in cui l’inferno e insieme ilpotere della condizione femminile sono temi costanti, viene presentata dalle gallerie Gasparelli Arte e D406,con i disegni dedicati ai “Patriarchi”. Galiano, per la galleria Manuel Zoia, espone le grandi tele ricamate con lunghi capelli femminili che riproducono in varie lingue testi di protocolli tratti dai manuali di buone maniere, diffusi in tutta Europa a partire dal XVIII secolo e dettati per le donne relegandole al ruolo di moglie e madre.

Hair, Feather, Photograph, Blue, Turquoise, Hairstyle, Headpiece, Peafowl, Aqua, Teal, pinterest
Courtesy photo
Alessandra Baldoni, "Atlas 7", 2018, stampa fine art, dimensioni variabili, edizione cinque esemplari

Sulla difficile strada verso l’affermazione come artiste, fra intimismo poetico intriso di ricordi letterari e scontro con l’iperrealismo del presente, anche le italiane Alessandra Baldoni(Perugia, 1976), fotografa dall’età di otto anni, presentata da Zeit Gallery, e la giovanissima Mirijam Heiler (Bressanone, 1991), rappresentata da Vijion Art Gallery. Immersi (o persi) in un enigma di quiete ai limiti dello smarrimento anche i soggetti che discretamente affiorano dalla delicata superficie delle opere pittoriche dell’artista di origini albanesi Alketa Delishaj (Shkoder, 1982) per Divers Project.

Photograph, Black, White, Black-and-white, Monochrome photography, Monochrome, Snapshot, Photography, Human, Film noir, pinterest
Courtesy photo
Letizia Battaglia, “Festa di Capodanno a Villa Airoldi”, Palermo, 1985

Nello stand all’ingresso della sezione, Vibra spazio contemporaneo di idee declina il tema “femminismi” in un articolato programma di interventi e performance scandito in quattro tappe per gli altrettanti giorni di fiera. A inaugurarlo è la performance di Giovanna Lacedra “Io Sottraggo” in cui l’artista espone la sottrazione patologica del cibo. Il secondo giorno è la volta di Giulia Lazzaron e della consapevolezza espressa attraverso la fotografia del corpo. Nel weekend, spazio all’installazione interattiva ideata dalla mosaicista Silvia Naddeoe incentrata sulle ricette del territorio e sulla frustrazione del poterle consumare solo con gli occhi. La domenica, le tre artiste interagiscono in una residenza condivisa, a conclusione dell’indagine sociale sul pregiudizio e sulla misura dell’essere donne e uomini oggi.