Fotografia in alto. Nel living dal soffitto originario a travi, il legno è richiamato dai tavoli M11, di Mathias Hahn per Zeitraum, decorati con la ciotola della serie Alvar Aalto, Iittala, e il vaso ferm Living. Qui accanto, sospensione Multi-Lite, Gubi; a sinistra, a muro, Mirror Sculptures, di Verner Panton, Verpan.

A qualche metro di distanza, ecco la facciata barocca della chiesa dei santi Quirico e Giulitta, vedova di alto lignaggio martirizzata con il suo bambino ai tempi di Diocleziano. Poco più in là, le meraviglie del Foro di Augusto, testimone dei fasti e della débauche della Roma imperiale. Tra i vicoli di Monti, sacro e profano sono le due facce della stessa medaglia, sorprendente antinomia che sembra riflettersi anche in questo appartamento, dove tracce di storia dall'anima ruvida e moderne icone del design scandinavo duettano in maniera esemplare. Qui ha trovato la casa dei sogni Stefania Aristei, consulente di diritto bancario e finanziario, ora alle prese con una linea di moda realizzata assieme a Eugenia, giovane creativa del quartiere, alla quale affida i suoi disegni. Subire il fascino di tali spazi è stato inevitabile.

Innamorata alla follia di questo rione a due passi dal Colosseo, Stefania si è fatta sedurre senza riserve dal côté bohémien della zona, ricca di botteghe, artisti, artigiani e così vicina al "tesoriere" della Roma antica. «L'appartamento ha affacci straordinari, conta più di dieci portefinestre e vanta una luce meravigliosa in ogni momento della giornata, soprattutto al tramonto», racconta l'elegante inquilina, che vive tra queste mura da appena un anno con il compagno Daniele Dolci. Recuperate le cementine dell'Ottocento, opera del bisnonno del precedente proprietario (il quale le realizzava anche per le chiese) e mantenute le travi a vista, la coppia ha arredato il terzo piano del palazzo storico affidandosi all'expertise di Dispensabile Studio, atelier e store specializzato in mobili del Nord Europa, Danimarca in pole position. Grandi campiture che vanno dal bianco al grigio – tono prediletto dalla signora Aristei, in quanto rappresentativo di ordine, armonia ed equilibrio – fanno da palco a sedie e sgabelli dei Gamfratesi o a best seller di Mathias Hahn, Alvar Aalto e Wim Rietveld. A insinuarsi con discrezione tra gli acromatici e le tinte di orgogliosa sobrietà, timide pennellate di colore nei complementi. Si percepisce a ogni angolo l'amore per l'arte, quella d'inizio Novecento in primis. Stefania si circonda soltanto di ciò che la emoziona nel profondo.

Il suo quadro preferito è Axum, un ritratto del 1928 eseguito da Thayaht (pseudonimo di Ernesto Michahelles, pittore, orafo, scultore futurista, che disegnò per Madeleine Vionnet e nel 1919 inventò la tuta col fratello Ram). Ma non è ancora tutto. In camera da letto, la stanza più apprezzata dell'abitazione, torna un tocco di classicità con un quadretto del Settecento di Caterina De Julianis: si intitola Santa Maria Maddalena in adorazione della croce. «Come altre tele, l'ho trovata nella Galleria Carlo Virgilio & C., in via della Lupa», puntualizza Aristei, che ha un occhio esperto pure per le opere moderne e contemporanee. È il caso della scultura mobile del danese Ole Flensted, insolita presenza fluttuante fra le travi del living, o delle scintillanti Mirror Sculptures, set di decorazioni in 3D appese nello stesso ambiente. Ugualmente degna di nota: Idea Orbitale Composta, installazione astratta di Franco Cannilla, pronta a dare il benvenuto nell'ingresso sulla Royal System, libreria di Poul Cadovius.

A determinare le scelte è sempre una suggestione, un colpo di fulmine scoccato di fronte alla vetrina di un negozio di antiquariato, raramente il mero valore di un artwork. «Trovo più coinvolgente seguire le mie sensazioni, un po' come faccio quando sono a Londra e visito le case d'asta, gli store di Chelsea oppure perlustro le gallerie aderenti a Mayfair Art Weekend, appuntamento d'inizio estate in grande ascesa. Anche solo sfogliare i coffee table book da Assouline, a Piccadilly, si traduce in un'inesauribile fonte d'ispirazione per dare un twist agli interiors. E funziona maggiormente se sono alla ricerca di spunti per una nuova collezione di outfit», precisa. Cartina al tornasole di interessi davvero ampi – radicati nell'arte, nella moda e nel design – è il profilo Instagram (#elettrasvevaromana) attraverso il quale la signora si racconta per immagini ai suoi diciottomila followers. Altrettanto impulsiva, dettata unicamente dal buongusto, la regia delle luci in una dimora con grandi vetrate, che lasciano scivolare sulle pareti i lunghi raggi del sole. L'istintiva predilezione per le lampade d'autore ha prevalso sull'esigenza di orchestrare un light design impeccabile. Così Aristei si è circondata di progetti ricchi di carattere: le applique de Marseille di Le Corbusier, le Panthella e le Wire di Verner Panton, le AJ di Arne Jacobsen o le più nuove Mantis e Les acrobates de Gras, prodotte dal brand francese DCW Éditions. Un insieme di stili studiato con apparente nonchalance e di sicuro effetto. Perché ogni cosa è illuminata dalle passioni.