Nella fotografia in alto, la zona pranzo ruota attorno al tavolo firmato Franck Chartrain per MR Architecture & Decor, con sedie Superleggera, di Gio Ponti, Cassina; a sinistra, consolle dal top in marmo scelta da Maison Leleu (Parigi) e ornata dal bronzetto Le muse, di Giorgio de Chirico; specchio di Kiko Lopez. Tappeto Golran.

Un villaggio con grattacieli. La nota paesaggista californiana Kimberly von Koontz ama definire così l'affascinante area di Manhattan, dove ha realizzato per sé una dimora delicata come un cammeo. Il suo rifugio sorge nel cuore del Financial District, «il quartiere più antico di New York, solcato da un groviglio di stradine irrispettose dell'ordinata planimetria tipica di questa città», spiega la padrona di casa. L'affaccio dell'appartamento è mozzafiato e la luce intensa accarezza la vegetazione indoor: un ensemble di piante da foglia e mazzi monospecie, che addolcisce la visione del panorama urbano. I tocchi green sono all'insegna di una garbata semplicità, tra colocasie, orchidee e rami di fico in vasi materici.

Il leitmotiv è l'amore assoluto della proprietaria per gli oggetti di cui si è circondata. «Per ciascuno di essi provo una profonda empatia estetica», confessa, rivelando una predilezione per quelli dall'anima italiana (Kimberly ha vissuto quattordici anni nel nostro Paese, dopo l'approdo nel 1999 per studiare architettura). Trionfano i pezzi dei maestri del made in Italy: le poltrone di Gae Aulenti, le sedie Superleggera di Gio Ponti, lo specchio Ultrafragola di Ettore Sottsass, un vaso in silicone di Gaetano Pesce, oltre ai tavolini di Roberto Baciocchi, l'architetto con il quale collabora per i progetti residenziali. I mobili ricercati si sintonizzano sugli artwork, in particolare piccole ma prestigiose sculture, quali L'etrusco di Cesare Arduini, Espace Ouvert di Marino di Teana (autore lucano di fama internazionale) e Le muse, prezioso bronzetto di Giorgio de Chirico.

Interior design, Room, Ceiling, Living room, Property, House, Furniture, Floor, Wall, Building, pinterest
Marie Claire Maison
Scena di donne al bagno sul pannello murale. Nell’altra pagina, poltrone gemelle di Gae Aulenti; divano Suzanne, design Kazuhide Takahama, Knoll; a destra, sedia mm3, di Mario Milana; ad angolo, sullo sfondo, la scultura Espace Ouvert, Marino di Teana, e lampada da terra in acciaio e alabastro Monk, Stephen Downes.

Una statua di fanciulla in gesso patinato creata da Henri Martinet – ritrattista di celebrities al tempo degli Impressionisti – orna il tavolo da pranzo; sullo sfondo, il romantico pannello a parete con scena di donne al bagno: «Un elemento che adoro, reincarnazione delle ante di un armadio italiano della metà del Novecento, acquistato a Milano». Altri interventi artistici, assieme alle opere tessili, interrompono con guizzi di colore la palette acromatica imperante. La sala da bagno ospita un dipinto di Jules Olitski, primo americano vivente consacrato nel 1969 da una personale al Metropolitan Museum of Art. Tappeti nella scala dei rossi e dei verdi accendono il living, mentre il corridoio esce dall'ombra sfoggiando un arazzo ispirato a una tela di Edgard Pillet: composizione geometrica dal ritmo esuberante.