Nella fotografia in alto, la piscina a sfioro in granito Nero assoluto riflette la dolcezza del paesaggio mediterraneo. A sinistra, i carpini bianchi sono allineati per definire lo spazio del parco. Sul fondo, oltre il patio, spiccano invece filari di cipressi e un pino silvestre accostato a un olivo, in uno studiato layout geometrico.
Come un diamante incastonato tra le mura medievali, Saint-Paul-de-Vence è un gioiello nell'entroterra della Costa Azzurra. Patria d'elezione di intellettuali quali Jacques Prévert e Marc Chagall, ma pure romantica scenografia della storia d'amore tra Yves Montand e Simone Signoret, il borgo domina il paesaggio collinare mediterraneo, che in lontananza sfuma fino alle vette alpine del Mercantour. Qui, su un'altura, sorgeva una struttura degli anni Cinquanta, circondata da ulivi e cipressi. Innamorarsi del panorama idilliaco è stato facile per una coppia londinese in fuga dalle piovose estati inglesi, alla ricerca di una residenza in cui riunire per le vacanze gli amici, oltre alla famiglia, e che potesse divenire in prospettiva un buen retiro. La raggiungibilità del paese a piedi, l'esposizione al sole da mattina a sera, nonché la possibilità di abbracciare con lo sguardo il mare sono stati elementi decisivi nella scelta.
«L'edificio, tuttavia, appariva obsoleto e inadeguato. I proprietari mi hanno così affidato l'incarico di ripartire da zero, per realizzare una nuova abitazione. È stata un'esperienza esaltante; avevo già lavorato per loro, sia a Londra sia in campagna, e conoscevo alla perfezione le esigenze», racconta Andrzej Zarzycki dello studio Collett-Zarzycki (sempre nella capitale del Regno Unito), curatore del progetto in ogni dettaglio: dall'architettura all'interior & garden design. Il risultato è una prestigiosa villa dal tetto a coppi, che rievoca esteriormente il tipico casale country del sud della Francia. All'intonaco dei muri è stata aggiunta ad arte della ghiaia, per donare un gradevole mood rustico. Zarzycki è partito dal layout, fissando la funzione dei singoli ambiti. «È una costruzione anticonvenzionale, perché l'ingresso è al livello superiore, in cui sono collocate la camera padronale e un'altra stanza da letto».
Al piano terra – dove la zona notte prosegue con altri tre locali destinati agli ospiti – si accede attraverso una scala in pietra calcarea estratta nella vicina cava di La Sine, completata da una raffinata balaustra in ferro battuto forgiata dal maestro artigiano Paul Jobst: immette direttamente nel salone, che senza barriere si prolunga verso il dehors. Come nell'antichità, i soffitti sono altissimi (fino a sette metri e mezzo), trasmettendo una sensazione di luminosa vastità. La palette spazia dal bianco delle pareti al beige dei tessuti sui divani, passando per i toni più scuri declinati nel rovere del parquet e nel teak della vasca da bagno freestanding; flash di colore si accendono solo sugli artwork.
Affacci e passaggi verso l'esterno si aprono ovunque, seguendo una dinamica fluidità per onorare la vera protagonista: la natura, in una sorta di affettuoso tributo alla memoria dell'infanzia africana di uno dei coniugi padroni di casa. Le siepi di bosso e mirto disegnano rigorosi grafismi e sul lato meridionale baciato dal sole affiancano l'articolato sistema di terrazze che digrada verso la piscina a sfioro, costruita in granito Nero assoluto, citazione contemporanea delle tradizionali cisterne per la conservazione dell'acqua negli uliveti. Immergendosi in questo colore profondo e suggestivo, si suggella un'unione simbiotica con l'ambiente circostante, mentre il patio elegantemente arredato con i mobili concepiti dallo stesso Andrzej – rilassanti sofà e chaise-longue – invita all'ozio creativo.