Nella fotografia in alto: la casa, originaria del 1929, è composta da un corpo principale più annessi ed è immersa in un parco di due ettari e mezzo, immaginato alla fine degli anni Venti dai paesaggisti locali Harrison, Mertz & Emlen.
Un polmone verde punteggiato di sontuose ville vittoriane: è Chestnut Hill, area collinare a nordovest di Philadelphia, nota come Garden District. Nel XVIII secolo, durante la Rivoluzione americana, l'alta borghesia vi trascorreva i mesi estivi per sfuggire all'afa del centro città. E quando, nel 1927, la vedova del generale Charles T. Cresswell decise di costruirvi una magione in stile Tudor con un corpo centrale e due annessi, il distretto era ormai un'esclusiva zona residenziale. Attualmente Cresswell Manor – due livelli per settecentocinquanta metri quadrati, completata nel 1929 su progetto dell'architetto John W. Keyes – appartiene a una coppia belga/statunitense vissuta per lungo tempo a Londra. Appassionata di giardinaggio, la padrona di casa si occupa personalmente della rigogliosa tenuta di due ettari e mezzo, dove alberi esotici affiancano frondosi castagni.
Per la decorazione, invece, è stata chiamata la designer e consulente d'arte Mirta Aktaia Fava, con base nella capitale del Regno Unito. «Poiché gli interni avevano perso l'anima originaria, mi sono riproposta di infondere un nuovo carattere coerente con la personalità dei committenti», spiega Mirta, che ha innanzitutto trasformato in punto di forza una potenziale criticità: le numerose aperture, ora sfruttate – senza modificare il layout – come canale comunicativo tra vegetazione e spazi abitati. Ne è l'esempio perfetto il bovindo, proiettato verso il giardino che lo avvolge in una luce opalescente; è diventato il cuore del salotto principale, prediletto anche da Honey, l'adorato Jack Russel. In altri ambienti la continuità indoor & outdoor si esprime attraverso gli artwork. «Ho disegnato la scultura posizionata sopra il camino in sala da pranzo ammirando il ginkgo biloba nel parco». Anche i colori sottolineano l'approccio naturalistico, in particolare al piano superiore e nelle quattro camere da letto, dove le pareti variano dall'azzurro all'ottanio passando per l'albicocca: garbati sfondi per gli arredi, tra pezzi carichi di storia e accessori contemporanei.
Ogni tinta ha una sua ragion d'essere, «compreso il celeste della porta d'ingresso ispirato a quello di una Porsche, prezioso esemplare della collezione di macchine d'epoca». Nel garage c'è pure una Aston Martin, l'auto dell'agente segreto più celebre del mondo, il quale si sarebbe chiamato diversamente se Robert Cresswell, figlio della prima proprietaria della dimora, non avesse inviato all'amico Ian Fleming – padre letterario di 007 – una copia del trattato d'ornitologia Birds of the West Indies, scritto da un ex compagno di scuola: James Bond, appunto. Nome che lo scrittore, reputandolo di grande autorevolezza, attribuì al suo personaggio. Questo luogo ha quindi contribuito alla nascita di un mito. Una ragione in più, oggi, per amarlo con passione.