Nella fotografia in alto: gauri in fiore, lavanda e pennisetum avvolgono la dimora con i loro profumi, mentre un gelso dona refrigerio al patio in pietra albanese. Sullo sfondo, l'oliveto secolare. Il maxivaso per l'agave è un prodotto artigianale di Ceramiche Nicola Fasano; luci da terra Vincenza, Ares.
Una landa desolata, coperta di zolle rosse riarse dal sole. Null'altro in questo luogo remoto della Puglia, nell'agro di Ostuni, prima che diventasse il paradiso di Barbara Corti: milanese, chief digital & marketing officer per il celebre brand di sistemi di illuminazione Flos. Cinque anni fa ha acquistato una lamia di fine Ottocento, ex abitazione contadina abbandonata e al tempo ridotta a un rudere fatiscente, per poi procedere a un'amorevole ristrutturazione curata in prima persona. «Sono partita dall'esterno e con le idee chiarissime: solo flora mediterranea, che richiede poca acqua e manutenzione, acquisita attraverso la Forestale», racconta. Ora la residenza è avvolta dai profumi di lavanda, lentisco ed elicrisi, in un tripudio di rosmarini e mirto; qua e là, prosperano agavi e plumbaghi dai piccoli fiori azzurri. Un gelso dispiega le sue fronde sul patio, mentre l'uliveto secolare conosce un nuovo rigoglio assieme agli alberi da frutto.
La tenuta è punteggiata di muretti a secco, ripristinati utilizzando il materiale di scavo della piscina. «Sono strutture affascinanti. La loro funzione tradizionale è di contenimento del terreno, ma a me piace pensare che rappresentino anche un modo di disegnare piacevoli percorsi di avvicinamento alla proprietà, in un'ottica di accoglienza», spiega Barbara. Il concetto di ospitalità, del resto, è insito nello stesso layout.
All'antico edificio – diventato la casa padronale – si sono aggiunte ex novo un'ala e una dépendance a disposizione di chi arriva in visita. «Sono tre elementi indipendenti, disposti su un unico livello terrazzato secondo le direttive del Piano Regionale e in un'area incontaminata, questa del Basso Salento, dove è molto sentita la cultura del territorio», puntualizza Barbara. Rispettoso del contesto pure il fil rouge cromatico: un ritemprante candore. Immacolata la pietra ostunese delle facciate, niveo l'interno, «gradevolissimo nei mesi invernali; non a caso, adoro venire qui a Natale, quando la bruma avvolge il podere e la luce si fa radente».
Architetta di formazione, Corti coltiva l'hobby dell'arredamento e ha ideato alcuni mobili accostandoli a pezzi degli Eames e di design scandinavo, in un incontro tra Nord Europa e Sud Italia. I toni neutri e la decorazione essenziale lasciano respirare gli ambienti. Solo qualche accenno etnico vivacizza gli spazi; l'unica concessione all'artigianato locale coincide con i vasi e i piatti firmati da Nicola Fasano, ceramista a Grottaglie. L'insieme risulta di contemporanea razionalità, lontano dal paventato effetto cartolina e con un piglio urbano.
Lo stile di vita, invece, si adegua languidamente ai ritmi della campagna. Barbara va a cavallo nella Riserva di Torre Guaceto, prepara marmellate e sperimenta ricette dettate dall'orto utilizzando le quattro cucine a disposizione, di cui due open-air. Il tutto al ritmo di Johnny Cash: country sì, ma americano.