Nella foto di apertura: in un gioco di verande e superfici vetrate, i tre piani abbracciati dalla vegetazione si librano sul paesaggio attraverso un generoso aggetto. Al civico 8408 di Hillside Avenue, la dimora vanta una piscina che corre tutto attorno al living; il panoramico salotto open-air trova spazio in una struttura ribassata.


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Andrea Pancino
Sofà Lawrence, Rodolfo Dordoni per Minotti, come le due poltrone Jacques; cuscini in pelle di Bottega Veneta. Tutto Henge: coffee table centrale D-Code, tavolini twin rotondi Mushroom, disegnati da Yabu & Pushelberg, sospensione scultorea Horizontal Polygonal. Tappeti G.T. Design.


Realtà e scenografia da fiction patinata si fondono qui, nella Hollywood dove sorge questa residenza, situata sulla Hillside Avenue. Una villa spettacolare che rappresenta l'alter ego modernista in chiave attualizzata del celebre building adagiato sullo stesso pendio, uno dei più decantati del XX secolo: quella Stahl House disegnata da Pierre Koenig nel 1960 e scolpita nell'immaginario collettivo per merito di uno scatto notturno di Julius Shulman, che ritrae due donne in abito bianco intente a chiacchierare in una sala sospesa nel vuoto.

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Andrea Pancino
Henge firma il tavolo Saetta, design Massimo Castagna, con piano in pietra Black Fantasy e gambe in fusione di ottone, le sedie Strip rivestite in nabuk, gli sgabelli Rio in noce e pelle per il bancone su progetto. Sullo sfondo, divani Minotti in tessuto outdoor e due tavolini di Exteta.
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Andrea Pancino
Nello studio, il ritmo è conferito dalla geometria della libreria Cage-B dai ripiani in eucalipto termotrattato, di Henge, che ha concepito pure lo sfondo in marmo. Dello stesso marchio: il K-Table e le sedute Strip; sedia direzionale del brand de Sede. Porta scorrevole bifacciale Sail, Giuseppe Bavuso per Rimadesio.

Progettato dallo studio sudafricano Saota in collaborazione con gli architetti californiani Woods + Dangaran, l'edificio – forte di un "vicino di casa" tanto illustre – ha il suo deus ex machina in Jeff Thomas, lungimirante investitore avvezzo a questo tipo di operazioni edilizie. Di proprietà di un magnate americano, i milleottocento metri quadrati si sviluppano su tre piani e parlano un linguaggio di pulizia formale e rigore geometrico declinato in cemento, acciaio e vetro. Gli aggetti dei livelli superiori definiscono ambiti sottostanti coperti, ma spalancati sul panorama scintillante di Los Angeles attraverso un gioco di ampie verande e trasparenze. I confini in/out sono fluidi, ai limiti della smaterializzazione. La maestosa vetrata della zona giorno offre lo scenario delle colline digradanti verso lo skyline, mentre la piscina a sfioro dalla silhouette organica, con al centro un'area living ribassata, avvolge la struttura ammorbidendone le forme.

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Andrea Pancino
Sofisticato il contrasto tra la linearità del tavolo Soprano, dal piano in pietra Cappuccino, e la morbidezza delle sedie EX-Tra: tutto di Henge, come la sospensione Tape Light e il cabinet B-Side inserito nella parete di marmo scuro, che interrompe i toni chiari dominanti. L’opera è di Petra Cortright.
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La piscina a sfioro si sviluppa a nastro su una lunghezza di cinquanta metri, avvolgendo il building con la sua forma sinuosa; progetto di Mark Bullivant, direttore dello studio Saota e artefice dell’edificio. Gli arredi hanno il telaio in massello di mogano Sapelli, linea 10th Sun Lounger, firmata Exteta.

«Saota è un partner che conosciamo da parecchio tempo: ci accomuna il medesimo approccio stilistico», spiega Paolo Tormena, CEO della prestigiosa azienda italiana Henge, che ha curato in toto gli interni, contando sul prezioso appoggio di MASS Beverly: showroom losangelino che si distingue per la qualità e il pregio dei progetti residenziali, attraverso il coinvolgimento dei migliori brand italiani di arredo e per la capacità di creare soluzioni personalizzate rivolte a una clientela internazionale, oltre a essere dealer esclusivo di Henge in California.

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Andrea Pancino
L’angolo relax della camera da letto; ancora di Henge: divano Radical, poltrone Black Widow, coffee table SR, tavolino Be Mine (tra le due sedute) e Touch (a sinistra). A parete, l’opera Burn Baby Burn, di Joel Mesler.
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Andrea Pancino
Il bagno dal piano in marmo bruno striato è scandito da quinte e pannellature. Sul fondo, cabina guardaroba componibile modello My Suite, Porada, realizzata in noce Canaletto con profili in legno massello. Porta su misura Sail, in alluminio finitura Brown e vetro trasparente grigio, di Rimadesio.

L'intervento è stato realizzato in perfetta coerenza con i principi che hanno reso il marchio rinomato su scala internazionale: tecniche artigianali dalle radici antiche, finiture pregiate (per esempio, i ripiani in legno di eucalipto termotrattato), pezzi scultorei dalle dimensioni macro e materiali ricercati. «Rifuggiamo dalle soluzioni standardizzate. Siamo, al contrario, orgogliosi dei magnifici segni impressi dal caso: il blocco in marmo o l'asse dalle venature imperfette, il legno fossile recuperato da giacimenti dimenticati. È il valore dell'unicità. Il top del banco bar è l'ideale esemplificazione della nostra filosofia; realizzato in onice "selvaggio" – che mi piace chiamare così perché deriva da un blocco scartato – è palesemente inadatto agli arredi in serie, mentre affascina proprio per le seducenti fiammate sulla superficie, che ricordano uno scrosciante temporale primaverile». Il sogno americano si è nutrito di pura raffinatezza made in Italy, in una nuova visione di opulenza glamorous.

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Adam Letch
La camera è giocata sulle nuance ghiaccio di tappeti e pavimento e sulle sfumature notturne del letto bespoke, in sintonia con le poltrone in acciaio tubolare brunito a mano Black Widow, Henge. Le grandi finestre aperte sulla terrazza puntano sulla profilatura in acciaio spazzolato antracite.