Nella foto di apertura: in un gioco di verande e superfici vetrate, i tre piani abbracciati dalla vegetazione si librano sul paesaggio attraverso un generoso aggetto. Al civico 8408 di Hillside Avenue, la dimora vanta una piscina che corre tutto attorno al living; il panoramico salotto open-air trova spazio in una struttura ribassata.
Realtà e scenografia da fiction patinata si fondono qui, nella Hollywood dove sorge questa residenza, situata sulla Hillside Avenue. Una villa spettacolare che rappresenta l'alter ego modernista in chiave attualizzata del celebre building adagiato sullo stesso pendio, uno dei più decantati del XX secolo: quella Stahl House disegnata da Pierre Koenig nel 1960 e scolpita nell'immaginario collettivo per merito di uno scatto notturno di Julius Shulman, che ritrae due donne in abito bianco intente a chiacchierare in una sala sospesa nel vuoto.
Progettato dallo studio sudafricano Saota in collaborazione con gli architetti californiani Woods + Dangaran, l'edificio – forte di un "vicino di casa" tanto illustre – ha il suo deus ex machina in Jeff Thomas, lungimirante investitore avvezzo a questo tipo di operazioni edilizie. Di proprietà di un magnate americano, i milleottocento metri quadrati si sviluppano su tre piani e parlano un linguaggio di pulizia formale e rigore geometrico declinato in cemento, acciaio e vetro. Gli aggetti dei livelli superiori definiscono ambiti sottostanti coperti, ma spalancati sul panorama scintillante di Los Angeles attraverso un gioco di ampie verande e trasparenze. I confini in/out sono fluidi, ai limiti della smaterializzazione. La maestosa vetrata della zona giorno offre lo scenario delle colline digradanti verso lo skyline, mentre la piscina a sfioro dalla silhouette organica, con al centro un'area living ribassata, avvolge la struttura ammorbidendone le forme.
«Saota è un partner che conosciamo da parecchio tempo: ci accomuna il medesimo approccio stilistico», spiega Paolo Tormena, CEO della prestigiosa azienda italiana Henge, che ha curato in toto gli interni, contando sul prezioso appoggio di MASS Beverly: showroom losangelino che si distingue per la qualità e il pregio dei progetti residenziali, attraverso il coinvolgimento dei migliori brand italiani di arredo e per la capacità di creare soluzioni personalizzate rivolte a una clientela internazionale, oltre a essere dealer esclusivo di Henge in California.
L'intervento è stato realizzato in perfetta coerenza con i principi che hanno reso il marchio rinomato su scala internazionale: tecniche artigianali dalle radici antiche, finiture pregiate (per esempio, i ripiani in legno di eucalipto termotrattato), pezzi scultorei dalle dimensioni macro e materiali ricercati. «Rifuggiamo dalle soluzioni standardizzate. Siamo, al contrario, orgogliosi dei magnifici segni impressi dal caso: il blocco in marmo o l'asse dalle venature imperfette, il legno fossile recuperato da giacimenti dimenticati. È il valore dell'unicità. Il top del banco bar è l'ideale esemplificazione della nostra filosofia; realizzato in onice "selvaggio" – che mi piace chiamare così perché deriva da un blocco scartato – è palesemente inadatto agli arredi in serie, mentre affascina proprio per le seducenti fiammate sulla superficie, che ricordano uno scrosciante temporale primaverile». Il sogno americano si è nutrito di pura raffinatezza made in Italy, in una nuova visione di opulenza glamorous.