Nella foto, la modernità del camino in vetro, dipinto da Florence Girette, sdrammatizza l'oro dello specchio settecentesco francese. Poltrona vintage vestita da Brochier; sgabelli twin linea Tanai, Hamilton Conte; sofà in stile Jean Royère. A parete, serie di opere anonime Anni 70, tecnica mista.
Dall’antiquariato al brocantage, fino al design di ultimissima generazione. In un mirabile ritmo compositivo
Nel quartiere londinese di Belgravia, Eaton Square è una delle aree del Regno Unito dal più alto valore immobiliare. Piazza concepita nella prima metà del XIX secolo da Thomas Cubitt – architetto al servizio dei Grosvenor, duchi di Westminster – ospita sei giardini riservati ai soli residenti. Sui sentieri bordati d'aiuole di dalie rosse e artemisie argentate hanno passeggiato primi ministri, principesse, ammiragli, nonché da ultimi l'attore Sean Connery e il magnate russo Roman Abramovich.
Al numero 20, questa dimora di quattrocentocinquanta metri quadrati su doppio livello è il risultato della fusione di tre town house adiacenti, dalle candide facciate in stile neoclassico e aperte su due spazi verdi privati. «Abbiamo aspettato oltre un anno prima di ottenere i permessi per i lavori, ma ne è valsa la pena: a Londra, dove impera la verticalità, è raro trovare un edificio così, sviluppato in orizzontale», spiega l'interior designer parigino Jean-Louis Deniot, che ha curato ristrutturazione e décor per una clientela d'élite. Dotato di immenso talento nel coniugare epoche differenti, si è innanzitutto ispirato all'atmosfera del distretto. «La connessione tra progetto e contesto è fondamentale. Nel caso specifico, bisognava valorizzare l'impronta anglosassone».
L'ingresso costituisce un'autentica dichiarazione d'intenti: trionfo di marmi e gusto British fine Settecento attualizzato da lineari profilature in bronzo. L'elaborato soffitto ligneo a cassettoni della sala da pranzo è una citazione storica, resa intrigante dall'accostamento con le pareti tinteggiate utilizzando una pittura mescolata a polvere iridescente, prodiga di suggestivi riverberi quando la sera si accendono le candele. Anche cornici e modanature sono state disegnate ex novo, diverse in ogni locale secondo uno schema di limpida coerenza. Gli arredi percorrono disinvoltamente diversi periodi, passando dall'antiquariato puro al brocantage fino a pezzi contemporanei (alcuni dei quali delle collezioni di Jean-Louis), con l'inserimento di elementi vintage anni Quaranta e Cinquanta. Note di delizioso esotismo punteggiano l'affresco, tra vasi sudafricani in papier-mâché e tessuti thailandesi, «sulla scia di una filosofia che mi piace definire design confidence, ovvero il coraggio dell'eclettismo per divertire e stimolare l'immaginazione».
La palette neutra è riscaldata da flash di giallo e dagli strategici bagliori della sofisticata sfilata di luci. Sono infatti le finiture metalliche ad accomunare le coppie di applique che ornano i muri, i candelabri, i grandiosi lampadari in cristallo e, a contrasto, le sospensioni geometriche. Raggi di sole per sfidare la tavolozza cinerea della metropoli.