Vista prato e piscina, la sala sfoggia pavimenti in doghe di rovere, realizzati da Ebony and Co. Sofà Extrasoft, Piero Lissoni per Living Divani; tutti i tavolini sono bespoke. Sulla parete vicino al camino, dipinto del duo Gilbert & George; a destra, l'artwork a "T" è firmato da John Baldessari.
Un rifugio dorato per rigeneranti vacanze a tutto relax. Tra superfici cocoon, mobili essenziali e tonalità protettive
A meno di due ore da Bruxelles, Le Zoute – distretto nella cittadina di Knokke-Heist – è considerata la Saint-Tropez del Belgio: luce nordica, nubi teatrali, spiagge sabbiose e residenze sontuose protette da oasi verdi private, che portano la firma di paesaggisti celebri. Come questa villa di vacanza, originaria degli anni Sessanta e acquistata di recente, arredi inclusi, da una coppia con due figli.
La dimora è immersa nella suggestiva cornice green ideata da Jacques Wirtz (fiammingo di fama internazionale, autore del giardino belga all'Expo di Osaka, nonché di quello dell'Eliseo a Parigi) e rivitalizzata dal talentoso Dominique Eeman, che per nulla intimorito dall'illustre predecessore non ha esitato a sostituire le siepi démodé con prati vellutati e aiuole spettinate di Sesleria Autumnalis, simili all'erba che cresce spontanea sulle dune costiere: «Creano prospettive aperte, scandite da eleganti passerelle in mogano e specchi d'acqua dove si riflettono le brume dal cielo», precisa.
Lo stesso ritmo lineare domina gli spazi indoor, già in passato oggetto di un importante restyling, voluto (come per il parco) dal precedente proprietario, il fotografo Guillaume Roemaet. Sotto la sua regia, l'architetto Hans De Keyser aveva lavorato sulla parte strutturale, aggiungendo superficie al ground floor (i livelli in totale sono tre, più il seminterrato che accoglie la palestra), ampliando le vetrate a favore del dialogo in/out e modificando il tetto: al posto delle tegole esibisce ora una copertura spiovente in paglia, rimando ai fiabeschi cottage di campagna. Sul layout è poi intervenuto Olivier Lempereur; l'interior designer brussellese ha scelto una sequenza di elementi sartoriali, dalla camera padronale accessibile attraverso una scala indipendente (prima l'ingresso era su un corridoio comune) alla cantina high-tech, preludio al soggiorno spalancato sul patio. Le campiture chiare del pavimento in rovere sono ravvivate dal luccichio delle colonne metalliche, generatrici di riverberi argentei che cambiano intensità al mutare del sole. Nelle ore buie entra in funzione l'impianto domotico pensato per un'illuminazione diffusa, anche dal basso verso l'alto.
Autentico coup de théâtre è la sala da pranzo. Il tavolo brunito dal piano in Corian effetto cemento è esaltato dal gioco materico delle boiserie in pelle e fibra ottenuta dalla paglia (essiccata e smaltata a mano, secondo una tecnica in voga nel primo Novecento), mentre scenografici pannelli specchianti a soffitto animano i momenti conviviali. «È il corner più gioioso di un'abitazione sorprendente: l'abbiamo amata fin dal primo istante», spiega la padrona di casa. D'accordo con il marito, ha scelto di non toccare nulla del décor preesistente, a partire dalle fotografie XL di Roemaet che si impongono ovunque. Bagni compresi.