Nel living al pianterreno domina il divano a cinque posti, completato da pouf in velluto ruggine, disegnato su misura da Echlin, mentre il tappeto è una realizzazione del brand colombiano Verdi; sulla parete, quadro XL dell'inglese Sam Lock. A sinistra, il mobile in legno separa il salotto dall'attigua area pranzo.

La delicata tavolozza sottobosco accentua l’effetto del muro vegetale di felci, euforbie e fucsie

Un tempo scuderia, questa casa nel quartiere londinese di Knightsbridge – a due passi da Hyde Park – porta la firma di Echlin: squadra di eclettici decoratori d'interni. Da uno stabile frazionato in tanti comparti angusti e ombrosi, gli architetti hanno saputo creare uno spazio arioso, inondato di luce e reso avvolgente da materiali naturali, declinati in una tavolozza ispirata alle cromie sottobosco.

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La quinta green fa da sfondo al living e alla cucina nel basement, valorizzata dalla vetrata terra/cielo. In primo piano, tavolo da pranzo in legno chiaro, design Echlin, come il sofà; lampadario d’ispirazione organica, modello Ivy, CTO Lighting. Il quadro sul mobile a destra è Aishah (2020), di LRNCE.

La sfida: trasformare una tradizionale mews house inglese (ovvero un'antica dimora con annessa rimessa per cavalli e carrozze) in un'abitazione confortevole. L'intervento di ristrutturazione dei duecentoventi metri quadrati è durato vari anni e ha stravolto la struttura originaria.

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La zona conversazione ribassata si apre sul verde attraverso la vetrata a tutta altezza. Il divano e il pouf/coffee table sono entrambi concept di Echlin. Sulla parete, in perfetta simmetria, tris di applique linea Ring, CTO Lighting, e specchi di Julian Chichester. Il tappeto in tinta neutra è creato da Floor Story.

I proprietari (di origine mediorientale, amanti dei viaggi e in perenne movimento) hanno preferito mantenere invece inalterata la facciata, nell'ottica di salvaguardare il nitore formale sul fronte stradale, caratterizzato da analoghi edifici a schiera. L'unica novità dal punto di vista esteriore è rappresentata da otto grandi lucernari: un brillante stratagemma décor e al contempo funzionale escamotage per donare luminosità alle stanze. «Abbiamo disegnato un layout ad ambienti interconnessi, che consente la visuale prospettica sull'intera profondità del corpo di fabbrica. I mobili divisori in legno, come quelli dello studio e della cucina a scomparsa, progettati su misura da noi stessi, garantiscono massima flessibilità, nonché la possibilità di ricavare angoli alcova più intimi e appartati. In entrata, la sezione di pavimento in vetro regala un punto di vista unico sul basement», spiega Steve Clinch, professionista di spicco del team.

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La seduta Fiber, Muuto, e faretti Riddle, Bert Frank.
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Le ceramiche di Malgorzata Bany, To&From, Richard Brendon e Michael Ruh.

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Cucina in noce a scomparsa, tavolo e sedie, tutto bespoke; tela Joshua Tree, Deborah Tarr.

Eliminare le pareti, i locali ricorrono all’escamotage delle ariose librerie passanti, utilizzate come divisori funzionali


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In entrata si scorgono il portale in bronzo e la scala elicoidale in rovere, che collega i tre livelli. L’opera a sinistra è Composition 280, Gabriele Cappelli.
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Due poltrone inglesi in velluto blu mezzanotte; side table Parme, Eichholtz; lampada da terra A811, design Alvar Aalto, Artek.

Il piano interrato ospita l'area kitchen, il tavolo da pranzo, l'angolo conversazione ribassato, due camere da letto e alcuni locali di servizio. Nel ground floor sono stati organizzati un home office, un soggiorno e una zona dining separati da una libreria che funge da leggera parete filtro. Ancora più in alto: altre tre stanze private e relativi servizi, con una scenografica scala elicoidale a collegare i tre livelli. Un giardino verticale di sei metri d'altezza corre lungo un lato del building, in una composizione di lussureggianti sempreverdi (euforbia giapponese, felci e piante da fiore, in primis fucsie dal forte impatto visivo); una ritemprante, sorprendente oasi green fruibile da entrambi i living.

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La vista dell’area pranzo dal living. 
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La sculturaSans Titre No.5, Francesco Moretti. 
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Tavolo di Winter and Kurth; lampadario Ginger, Marset; faretti Viabizzuno; a muro, tela Composition 269, Gabriele Cappelli.
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In primo piano, le ante della cabina armadio concepita su misura con un rivestimento in pelle e maniglie in bronzo. Dal vano guardaroba si accede direttamente alla sala da bagno di impronta minimalista, illuminata da un ampio lucernario. La vasca è freestanding; in ottone tutta la rubinetteria.

«Già prima della pandemia i nostri concept ambivano a creare un ponte tra estetica sofisticata e utilizzo friendly del contesto domestico. Ora che il Covid è entrato prepotentemente nelle nostre vite, il comfort è diventato una priorità assoluta. La residenza in questione incarna l'ideale materializzazione di questa esigenza», riflette Sam McNally, cofondatore di Echlin. Calore, senso di protezione, rassicurante eleganza, oggi ai primi posti nella classifica dei valori.

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La vetrata a pavimento all’ingresso dell’edificio offre la vista dall’alto del salotto ricavato nel basement.

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Nella suite su progetto il letto è in velluto Pierre Frey, mentre i comodini sono laccati, con il piano a specchio; lampade twin in ottone, Vaughan; sulla parete, un lavoro di Tycjan Knut.