Fiaba di Sicilia
A Noto, Marie Claire Maison a casa di Luisa Beccaria.
Esattamente un anno fa è stato teatro di una festa da Le mille e una notte per le nozze d’argento di Lucio e Luisa Bonaccorsi dei principi di Reburdone. Parlo di quel Castelluccio, feudo di 5 mila metri quadrati di terra con un borgo settecentesco costituito da palazzo nobiliare, cappella e residenze per i contadini, di proprietà proprio di Lucio, discendente di Lorenzo Borgia del Castelluccio. Una proprietà passata attraverso diverse fasi. A fine Ottocento è stata in parte decorata da un famoso arredatore francese. Ha poi dormito, nel totale abbandono, per più di sessant’anni prima di rinascere in tutta la sua magnificenza. Il luogo è magico. Unico.
E il merito è della determinata e creativa consorte del principe, più conosciuta come Luisa Beccaria, fashion designer milanese. Così, con lo stesso tocco romantico e femminile con cui realizza le sue collezioni moda e veste le divine del cinema, da Nicole Kidman a Uma Thurman, ha fatto rivivere questa tenuta nascosta tra i monti Iblei e la costa del siracusano in un tutt’uno armonico. Lei ricorda ancora come fosse ieri la sua prima volta al borgo per la raccolta delle mandorle; qui c’è l’azienda agricola di cui il marito si è sempre occupato e dove si produce anche il rinomato Olio del Castelluccio. «Mi sono subito innamorata di questo luogo e ho appassionatamente lottato per la sua resurrezione», spiega Luisa.
«Poi il nostro amico Teddy Millington Drake, grande pittore e raffinato paesaggista, mi ha aiutato a convincere Lucio che quell’isolamento che lo spaventava sarebbe diventato un vero, grande lusso e che questo generoso progetto sarebbe stato un magnifico regalo non solo per i nostri figli, per metà siciliani, ma per la Sicilia stessa». Una vera impresa, contando che tutto l’edificio era puntellato e che nell’hortus conclusus erano sopravvissuti solo due melograni.
«Sognavo una casa fluttuante e leggera che conservasse però questo carattere estremamente solido e massiccio della costruzione e dei materiali utilizzati. Un "castello in aria", per far sentire bene e a proprio agio noi e i nostri ospiti». Il primo grande quesito è stato rimettere a posto la casa così com’era, quindi lasciando i magazzini per la raccolta delle carrube e del grano sotto l’appartamento nobile, al primo piano, oppure includere nel restauro anche il pianterreno. Luisa convinse Lucio a iniziare i lavori proprio da questi ambienti, così ebbe inizio la trasformazione da area rurale in zona abitativa. Giusto un primissimo assaggio. Altro dilemma, il creare disimpegni oppure no.
E qui la stilista pensò che la vera meraviglia era quella di avere delle camere di passaggio per poterle godere nella loro interezza. «Quando si capisce la direzione da prendere, da un’idea ne viene fuori un’altra, esattamente come quando creo le collezioni. Certo all’inizio mi sentivo persa, però poi l’ispirazione, arrivata anche grazie a Teddy, purtroppo passato a miglior vita dopo il primo anno di restauro, ha reso più facile continuare l’opera.
Un esempio, ho cercato di mettere dei tocchi di colore, tinte fatte con polveri mescolate a calce con metodo naturale, perché altrimenti di sera il bianco tende al grigio e diventa molto freddo. Colori originali del Castelluccio che, nascendo nel ’700, era stato dipinto proprio cipria, lilla, pesca. Ho sottolineato elementi tipici della vita siciliana di un tempo, come le tende di pizzo che gonfiandosi di vento volano e riportano alle atmosfere de Il Gattopardo, i mobili bianchi e oro di un palazzo Bonaccorsi di Catania, i copriletto ricamati».
Tutto però è diluito con un arredamento più semplice disegnato da Luisa. «Più che arredo, un concetto di come poter condurre oggi uno stile di vita privilegiato, sicuramente, ma anche molto vicino a quello che è l’essenza della vita stessa, dove il lusso diventa avere il pane cotto nel forno a legna o le verdure fresche dell’orto. Dove il privilegio è dato anche dalla natura rigogliosa di Sicilia. Dopodiché quando vedo le "stanze" verdi da noi create, l’hortus conclusus di ispirazione araba, il giardino delle giacarande, quello degli aranci e degli ulivi, ancora oggi non ci credo...
Questo luogo è in continua evoluzione perché ci sono sempre nuove idee o scorci da far rivivere. Ultimamente, ad esempio, abbiamo messo a posto una casa-rifugio che dà proprio sulla tonnara della riserva di Vendicari, così quando siamo al Castelluccio abbiamo una base sul mare dove fare colazione o un pisolino dopo i bagni; oppure la affittiamo a chi, come noi, ama vivere in mezzo alla natura. Fa parte di un progetto di vita più ampio; infatti, tanti sono gli spunti che ho in mente per coronare il mio sogno di un lifestyle brand. Quello di cui sono certa, comunque sia, è che la bellezza e l’armonia aiutino a stare meglio».
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