Una ristrutturazione critico/creativa
Mirabile assolo della progettista romana Monica Ballesio in un appartamento a New York.
Quando Audrey Gruss ha iniziato a pensare al restyling del suo appartamento di Park Avenue, a New York, aveva ben chiaro un obiettivo: una casa moderna, lontana dal mood classico che l'aveva ispirata negli anni Ottanta, periodo in cui si era trasferita qui assieme al marito Martin, figura di spicco dell'alta finanza statunitense. Filantropa di origini lituane, presidente della Hope for Depression Research Foundation (ente di ricerca e divulgazione sulla depressione, fondato nel 2006 in memoria della madre Hope), Mrs Gruss è una donna instancabile, attiva nei settori della cultura, moda e beauty. Alcuni anni fa ha avviato una partnership tra le Terme di Saturnia e la catena americana dei Doral Hotels; in passato, dopo la laurea in biologia, ha lavorato nei laboratori di ricerca di Revlon oltre che per Elizabeth Arden.
La signora, innamorata dell'Europa e soprattutto dell'Italia (è anche membro dell'advisory board del FAI), per questo revamping ha voluto accanto a sé una partner speciale: la progettista romana Monica Ballesio, già chiamata a curare per lei una residenza a Londra e una villa a Palm Beach. L'abitazione in questione occupa seicento metri quadrati all'undicesimo piano di un prestigioso palazzo dell'Upper West Side, firmato da Rosario Candela all'inizio del Novecento: «Nel 1927-28 per l'esattezza, al culmine del boom immobiliare. Tra la Quinta Strada e Park Avenue, l'architetto di origine siciliana fu l'autore di diciannove edifici destinati all'alta società», precisa Ballesio, che ha iniziato la carriera a Londra per poi consolidare l'esperienza a fianco di Toni Facella Sensi, con il quale ha seguito numerose iniziative a livello internazionale prima di inaugurare lo studio a Roma.
Se per gli esterni e le facciate Candela privilegiava forme essenziali, negli interni dava libero sfogo allo slancio scenografico creando scaloni, foyer monumentali e ambienti elaborati. Proprio su questa base aveva operato precedentemente il designer Mark Hampton su richiesta dei coniugi Gruss, mettendo in risalto il sontuoso apparato di stucchi, cornici e modanature di sapore georgiano, fondale perfetto per una sinfonia di mobili d'antiquariato e custom-made. «Del resto, sarebbe stato davvero un peccato cancellare i segni di quell'epoca, inestimabile valore aggiunto», commenta Ballesio. La sua prima scelta di campo nell'affrontare la recente ristrutturazione è stata dunque cromatica, tesa a esaltare tale contesto e allo stesso tempo ad attualizzarlo, alleggerendolo. Ha optato per una palette vellutata nei toni del bianco, che contribuisce a mettere in risalto pure l'importante collezione d'arte contemporanea dei padroni di casa. Sulla volta a cassettoni ottagonali del vestibolo ha fatto stendere una pittura chiara a effetto quasi bagnato, per rischiarare e dilatare i volumi. Dal momento che le finestre dei locali di rappresentanza si affacciano prevalentemente a sud e a est, ogni angolo risulta inondato di luce e una vasta gamma di sfumature – dall'avorio al grigio cenere – concorre a definire un'atmosfera di calda accoglienza. In altre stanze, l'impiego di nuance più scure ha lo scopo di produrre uno stacco con i candidi profili ornamentali delle porte. Accade nella sala da pranzo dai muri foderati in alcantara ultrabrown, perfetto set per i tavoli (all'occorrenza accostabili a formare un unico grande desco), scintillanti sotto il maestoso lampadario in vetro di Murano fumé.
I lavori sono durati cinque anni e l'esito è un layout articolato: un'immensa zona giorno con la hall, il soggiorno, la biblioteca e la dining room, tre camere da letto, quattro bagni, spogliatoi e cucina con ampia area di servizio. La dedizione di Monica è stata totale e appassionata: ha ideato tutto su misura, delegando la realizzazione a un team di artigiani rigorosamente italiani. Dopo il rifacimento degli impianti e dei controsoffitti, ha previsto pavimenti in marmo nobile, beige e marrone, nei pattern che citano la tradizione georgiana; sopra, tappeti dai morbidi colori e texture. L'interior décor comprende circa cento pezzi personalizzati, di Ballesio, in un tripudio di laccature, essenze naturali intagliate e superfici lucide o in granito. Luci solenni accendono i dettagli in fusione di bronzo argentato e acciaio satinato. E se qualche brand è presente, viene comunque rivisitato: è il caso delle lampade da terra gemelle di Viabizzuno, che Monica ha completato con delle basi in metallo.
Ogni particolare è stato discusso con l'esigente committenza. «Nel suo dressing privato, Audrey Gruss ha voluto una moquette in seta "a onde", per riprendere il motivo decorativo dei rivestimenti del bagno attiguo». E nell'ingresso trionfa la consolle più amata, impreziosita da un ripiano formato da una spessa lastra di quarzo generosa di riverberi: un'opera scultorea, citazione dell'affascinante stile Art Déco made in Italy. Biglietto da visita di una residenza all'insegna dell'unicità.
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