L'atmosfera è magica, come quella delle fiabe. Strade di campagna avvolte da una fitta vegetazione, protette da querce secolari che – sul ciglio dei sentieri – fanno da sentinelle. E che portano sulla sommità di una collina, nel cuore della Toscana, in un antico avamposto dal quale il granduca Cosimo de' Medici controllava il territorio. Tutto questo è il Castello di Fighine, angolo di paradiso nei dintorni di San Casciano dei Bagni. Basta passare sotto l'arco che dà il benvenuto agli ospiti per far un salto nel passato.
Arroccato a seicentocinquanta metri di altitudine – tra la valle del Paglia e la Val di Chiana – il castello risale all'XI secolo e domina un borgo medievale sui cui viottoli sorgono cinque ville e due appartamenti. Accoglienti come un hotel di charme, sono la destinazione giusta per concedersi una vacanza nella quiete della campagna toscana. Se Villa Melissa, con tanto di studiolo, grande camino e living, è la più scenografica; Casa Janine affascina grazie all'architettura su più livelli e a quell'uscita sul giardino profumato da siepi di alloro e pergole di uva fragola. Entrambe dotate di piscina privata, tali strutture vantano il tocco di David Mlinaric e Hugh Henry, studio di interior decoration inglese che ha firmato persino le dimore dei Rothschild e Mick Jagger. Casa Rossa e Casa Parretti, invece, sono opera dell'italiano Federico Fourquet. Suo il revamping dei volumi impreziositi – come in tutte le ville – da eleganti arredi, incisioni di tavole d'epoca, stampe “flora & fauna”, arazzi e piatti décor che disegnano inaspettate scenografie alle pareti (persino nelle sale da bagno, piccole Spa domestiche in cui indugiare a fine giornata).
In questo piccolo borgo c'è anche il ristorante Castello di Fighine. Tempio dello chef Antonio Strammiello – premiato con una stella Michelin nel 2013 – è l'indirizzo giusto per un'esperienza gourmet dieci e lode. Non solo piatti dall'equilibrio perfetto come il baccalà con schiuma di cima di rapa, pane croccante di capperi e cipolla, ma anche pane ai cereali fatto in casa, ciabatta alle olive o grissini con liquirizia e polvere di finocchietto. A fare di ogni pasto un'esperienza a tutto tondo anche il vassoio dei sali (provate il Maldon affumicato) e gli amuse-bouche (oliva fritta con capperi e acciughe in primis), autentiche cortesie per gli ospiti che sorprendono sin dall'inizio. Che si scelga alla carta o si opti per il menu degustazione (di cinque o sette portate), due le prelibatezze da non mancare, la scaloppa di foie gras con mela rugginosa e lamponi freschi o le mezzelune di brasato di manzo con spinaci e perle di carota. Côtè dessert… sul podio salgono due dolci: pere, succo d'uva e gelato all'alloro e cachi, castagna e cioccolato bianco.
Tra siepi di bosso, piante di melograno e un orto-giardino fitto di rose, dalie e ortaggi di stagione – sul limitare del borgo, verso est – c'è anche una pieve dedicata a San Michele Arcangelo. Ricordata in vecchi tomi risalenti al 1191, ha tetto a capanna e campanile a vela con tre campane. Poco lontano anche una maestosa sala teatro dove vanno in scena degustazioni di vino ed eventi musicali. Tutto intorno la quiete dei boschi, il cinguettio dei cardellini e il ronzare delle api sui fiori.
Info: www.fighine.it - tel. 0578/56158