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I 10 ristoranti con terrazza più belli del mondo

Su scenografiche terrazze, in un giardino gioiello o a bordo mare.

Di Danilo Ascani
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Su una terrazza affacciata su Canal Grande al Gritti Palace di Venezia o pieds dans l'eau tra le scogliere e la sabbia fine del Rayavadee in Thailandia. Ma anche a bordo piscina, seduti ai tavoli dell'Aqualuce di Terme di Saturnia Spa & Golf Resort. Concedersi un'esperienza da gourmet all'aria aperta – o tra le piante di una serra – è possibile a ogni latitudine. Dall'Italia all'Estremo Oriente ci sono ristoranti e hotel davvero unici; stellati come l'Aroma di Palazzo Manfredi, all'ombra del Colosseo, o dallo charme impareggiabile, sotto le stelle che solcano i cieli del Bhutan.

È il caso del lussuoso lodge Uma by COMO: sorge infatti tra il corso del fiume Mo Chu e rigogliose piantagioni di riso. Prima di atterrare a Bangkok e degustare la cucina thailandese al Mandarin Oriental, in un salone dal soffitto a vetri, sono due gli scali consigliati: ad Amsterdam – nella greenhouse o tra le aiuole del De Kas – oppure a Londra, sulla scenografica loggia del Café Royal Hotel, al civico 68 di Regent Street.

Non meno sorprendenti sono la vista sul golfo di Napoli – eccezionale dal Capri Palace, ad Anacapri – o l'oasi di pace al Four Seasons di Milano, con il suo giardino all'italiana dalle siepi scolpite. Che si tratti di destinazioni esotiche o metropoli sconfinate, sembrerà di stare in piccoli angoli di paradiso.

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Gritti Palace Venezia, Venezia. Se John Ruskin scrisse Le pietre di Venezia (1852) durante un lungo soggiorno in questa dimora il motivo è presto detto. Perla della città lagunare, l'hotel fu prima residenza del doge Andrea Gritti, poi sede degli ambasciatori vaticani. Persino Ernest Hemingway e William Somerset Maugham sostarono qui. Oggi la terrazza su Canal Grande – di fronte alla basilica di Santa Maria della Salute – accoglie il bar Longhi e il ristorante Club del Doge, dello chef Daniele Turco. Tra i piatti signature, il branzino alle erbe con crema di ostriche, spinacini saltati e mandorle tostate. Il cinque stelle – parte della Luxury Collection – ha 61 camere e 21 suite. Campo Santa Maria del Giglio.

Uma by Como, Bhutan. Affacciato sulla valle di Punakha, questo lussuoso lodge conta undici tra ville e suite. Fiore all'occhiello è il ristorante con grandi vetrate e terrazze sulle risaie e sul fiume Mo Chu. Si chiama Bukhari, è diretto dallo chef Dewa Wijaya e deve il nome al camino attorno al quale si riunisce la famiglia durante i pasti. Autentiche gourmandise le zuppe con materie prime stagionali a chilometro zero. Botokha Kabesa Punakha.

De Kas, Amsterdam. Qui la filosofia è green al cento per cento. Perché questo ristorante sorge in un vivaio municipale dismesso, risalente al 1926, mentre ai suoi tavoli si serve solo cibo accompagnato da verdure colte nel giardino attiguo e nei campi di Beemster, regione ricca di coltivazioni bio. Recuperata da Gert-Jan Hageman, ex chef stellato del Vermeer di Amsterdam, e arredata dal designer Piet Boon, la serra tutta vetri e acciaio è il regno del duo Bas Wiegel e Jarno van den Broek. A esaltare i loro piatti: fiori edibili e ortaggi rigorosamente stagionali. Immersa nel Frankendael Park, con la bella stagione la struttura offre anche un dehors non lontano da uno spettacolare orto botanico. Kamerlingh Onneslaan 3.

Rayavadee, Thailandia. Come un poker d'assi, questo resort situato a ridosso del parco nazionale marino di Krabi conta quattro ristoranti all'aperto. Vera carta vincente è il Krua Phranang (nella foto), paradiso della cucina thailandese incastonato tra le scogliere calcaree e le acque verde smeraldo del mare delle Andamane. Open air anche il Raya Dining, il Raitalay Terrace, a bordo piscina, e il Grotto, con vista sulla spiaggia. Nel panorama dell'hôtellerie griffata The Leading Hotels of the World, Rayavadee è un paradiso formato da 96 bungalow a due piani e cinque ville circondate da palmeti e giardini tropicali. Tra gli sport praticabili: windsurf, canoa, tennis, squash e snorkelling. 214 Moo 2, Tambon Ao-Nang.

Capri Palace Hotel & spa, Anacapri. Una terrazza con affaccio sul golfo di Napoli e un menu che esalta i sapori della tradizione isolana. È il biglietto da visita del Ragù, bistrot aperto tutti i giorni, dove gustare i ravioli capresi ripieni di caciotta campana, parmigiano, basilico e maggiorana. Affiliata a The Leading Hotels of The World, questa struttura vanta anche i ristoranti Il Riccio (su una scogliera accanto alla Grotta Azzurra) e L'Olivo, che si sono aggiudicati rispettivamente una e due stelle Michelin. Via Capodimonte 14.

Mandarin Oriental, Bangkok. Costruito nel 1876 sul fiume Chao Phraya, oggi questo sofisticato cinque stelle sembra vivere una seconda giovinezza. Non a caso le sue storiche Garden e Authors' Wing – ristrutturate di recente – accolgono nuove spaziose suite. Ma soprattutto una sala aperta sul giardino tropicale, con quattro ambienti dedicati a Joseph Conrad, William Somerset Maugham, James Michener e Noël Coward, famosi letterati che hanno soggiornato qui. E proprio sotto il tetto in vetro della Authors' lounge (nella foto) ogni giorno – tra le dodici e le sei del pomeriggio – va in scena un afternoon tea in versione British o in salsa Thai. Da provare anche il ristorante The Verandah, con terrazza sul fiume. 48 Oriental Avenue.

Palazzo Manfredi, Roma. Nelle fondamenta i resti del ludus magnus – antica palestra dei gladiatori collegata al Colosseo – e sulla terrazza lo stellato Aroma, tempio dello chef Giuseppe Di Iorio. In mezzo, tredici camere e due suite arredate con tessuti Dedar e Designers Guild. Punto di forza del ristorante i piatti che coniugano sapori mediterranei e tradizioni della cucina romana. Non ultime, le erbe aromatiche delle grandi fioriere. Via Labicana 125.

Four Seasons, Milano. Un'oasi segreta tra via Monte Napoleone e via della Spiga. Quello che nel Quattrocento era il chiostro di un convento, oggi è il giardino all'italiana del Four Seasons. All'ombra di maestosi liriodendri e alberelli d'alloro c'è il dehors del ristorante La Veranda. Qui l'executive chef Vito Mollica ha messo a punto un menu degustazione e una carta con proposte differenti pensate per il pranzo e la cena. Da provare a mezzogiorno gli scialatielli partenopei allo zafferano, accompagnati da fagioli e vongole, mentre alla sera un must è il branzino arrosto con carciofi, olive taggiasche e maggiorana. Il brunch domenicale, invece, va in scena nelle sale affacciate sul verde del cortile. Via Gesù 6/8.

Hotel Café Royal, Londra. Dentro gli stucchi e le specchiere dorate del salone Pompadour, fuori il patio attiguo con vista su Regent Street. Autentico coup de théâtre, questa loggia è uno degli angoli più sorprendenti del cinque stelle, che vanta anche una penthouse con due scenografiche terrazze. Un tempo frequentato da personaggi del calibro di Winston Churchill, Virginia Woolf e Graham Greene, l'hotel ha riaperto dopo una grandiosa ristrutturazione firmata David Chipperfield Architects. E oggi sfoggia 160 camere e suite, diversi ristoranti, bar, un club esclusivo e la Spa Akasha. Dulcis in fundo: The Café, luminoso dessert restaurant dove gustare le creazioni di Sarah Barber, acclamata pastry chef. 68 Regent Street.

Terme di Saturnia Spa & Golf Resort, Saturnia. Immerso nella Maremma toscana e vicino a un borgo medievale, questo è l'indirizzo ideale per una remise en forme che passa anche dalla tavola. Due i ristoranti: lo stellato All'Acquacotta e Aqualuce (nella foto) con cucina mediterranea e gazebo di fronte alla piscina termale. Su richiesta è disponibile anche lo Spa menu, messo a punto dall'équipe medica e dallo chef Alessandro Bocci. Membro di The Leading Hotels of the World, il resort conta 128 camere e suite. Via Follonata.

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Venezia

Se John Ruskin scrisse Le pietre di Venezia (1852) durante un lungo soggiorno in questa dimora il motivo è presto detto. Gritti Palace Venezia, Campo Santa Maria del Giglio.

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Bhuthan

Affacciato sulla valle di Punakha, questo lussuoso lodge conta undici tra ville e suite. Fiore all'occhiello è il ristorante con grandi vetrate e terrazze sulle risaie e sul fiume Mo Chu. Uma by Como, Botokha Kabesa Punakha.

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Amsterdam

Qui la filosofia è green al cento per cento. Perché questo ristorante sorge in un vivaio municipale dismesso, risalente al 1926, mentre ai suoi tavoli si serve solo cibo accompagnato da verdure colte nel giardino attiguo e nei campi di Beemster, regione ricca di coltivazioni bio. De Kas, Kamerlingh Onneslaan 3.

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Thailandia

Come un poker d'assi, questo resort situato a ridosso del parco nazionale marino di Krabi conta quattro ristoranti all'aperto. Vera carta vincente è il Krua Phranang, paradiso della cucina thailandese incastonato tra le scogliere calcaree e le acque verde smeraldo del mare delle Andamane. Rayavadee, 214 Moo 2, Tambon Ao-Nang.

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Anacapri

Una terrazza con affaccio sul golfo di Napoli e un menu che esalta i sapori della tradizione isolana. È il biglietto da visita del Ragù, bistrot aperto tutti i giorni, dove gustare i ravioli capresi ripieni di caciotta campana, parmigiano, basilico e maggiorana. Capri Palace Hotel & spa, Via Capodimonte 14.

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Bangkok

Costruito nel 1876 sul fiume Chao Phraya, oggi questo sofisticato cinque stelle sembra vivere una seconda giovinezza. Non a caso le sue storiche Garden e Authors' Wing – ristrutturate di recente – accolgono nuove spaziose suite. Mandarin Oriental, 48 Oriental Avenue.

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Roma

Nelle fondamenta i resti del ludus magnus – antica palestra dei gladiatori collegata al Colosseo – e sulla terrazza lo stellato Aroma, tempio dello chef Giuseppe Di Iorio. In mezzo, tredici camere e due suite arredate con tessuti Dedar e Designers Guild. Palazzo Manfredi, via Labicana 125.

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Milano

Un'oasi segreta tra via Monte Napoleone e via della Spiga. Quello che nel Quattrocento era il chiostro di un convento, oggi è il giardino all'italiana del Four Seasons. All'ombra di maestosi liriodendri e alberelli d'alloro c'è il dehors del ristorante La Veranda. Four Seasons, Via Gesù 6/8.

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Londra

Dentro gli stucchi e le specchiere dorate del salone Pompadour, fuori il patio attiguo con vista su Regent Street. Autentico coup de théâtre, questa loggia è uno degli angoli più sorprendenti del cinque stelle, che vanta anche una penthouse con due scenografiche terrazze. Hotel Café Royal, 68 Regent Street.

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Saturnia

Immerso nella Maremma toscana e vicino a un borgo medievale, questo è l'indirizzo ideale per una remise en forme che passa anche dalla tavola. Due i ristoranti: lo stellato All'Acquacotta e Aqualuce (nella foto) con cucina mediterranea e gazebo di fronte alla piscina termale. Terme di Saturnia Spa & Golf Resort, Via Follonata.

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