Nell'immagine in alto, il Viburnum Opulus, più noto come viburno "palla di neve".
Una congiuntura eccezionale ha ispirato queste immagini. Matteo Carassale – fotografo, collaboratore di Marie Claire Maison e autore della serie – ha vissuto come tutti il lockdown: una condizione che si protrae, inducendoci a momenti pensosi. Lui ha cercato conforto nei campi della sua Liguria, ha raccolto fiori, li ha ritratti in studio sottraendoli all'aria aperta e costringendoli nello spazio angusto di un vaso, avvolti da un'atmosfera crepuscolare. La percezione dell'effimero lo ha spinto a riprendere una calla all'apice del fulgore, elegantemente eretta, e poi nel primo appassire, «quasi a vederla camminare dignitosa verso l'ineluttabile destino», spiega.
Gli still life pittorici riecheggiano le vanitas, «sublime caposaldo stilistico, in particolare di scuola fiamminga»; nature morte evocative del tema dell'impermanenza, che videro il massimo sviluppo nell'Europa del Seicento: il secolo del dilagare della peste. Gli scatti toccano la nostra anima, oggi, concentrandosi su un soggetto botanico radicato da sempre nell'immaginario, onnipresente nella mitologia, decantato dai poeti romantici del Vecchio Continente e ripreso da Freud quale simbolo perfetto di caducità; una connotazione che lungi dallo sminuirlo ne accresce il pregio.
Il pesco, assieme al susino, permea l'arte e la letteratura, nonché l'intero sentire di un popolo – in Giappone – per la meraviglia compiuta di un solo attimo, destinata in poche ore a svanire in un vortice di petali portati via dal vento. E ancora i papaveri, che Matteo mostra nelle tre fasi salienti, dal bocciolo all'apertura fino alla decadenza, «un rapido ciclo completo per esorcizzare il tempo immobile del confinamento forzato», prosegue.
Una sorta di time-lapse rappresentativo delle tre epoche fondamentali della nostra esistenza: giovinezza, maturità, età avanzata. Il messaggio dell'intera opera di Carassale, tuttavia, è denso di speranza e positività, perché quei fiori recisi «cercano la luce e la trovano infine in un raggio che si fa strada nell'ombra, via di fuga e salvezza», conclude. La loro bellezza è racchiusa nella trasformazione che asseconda il fluire delle stagioni, dall'esplosione vitale al declino; analogamente i diversi paesaggi interiori riservano gemme. Dolce lasciarsi abbracciare dalla notte nella certezza dell'imminente, nuovo giorno.