Nella foto, il pittore Guglielmo Castelli ritratto tra le sue tele.


A intrigarlo sono le prime nevi di Bruegel, gli addii accennati di Spilliaert, le ombre blu di Vuillard e i macro di Domenico Gnoli

Sembra appartenere a un'altra epoca il pittore Guglielmo Castelli. Un tempo sospeso, lo stesso immortalato nei suoi quadri; una dimensione dove tutto sta per avvenire o è già accaduto. Atmosfere fluide, in cui bellezza, sensualità e malinconia si mescolano fino a confondersi. Torinese, classe 1987 (ma solo per questione di ore, essendo nato il 31 dicembre), quattro anni fa è stato inserito da Forbes nell'elenco dei primi dieci under 30 europei più influenti del panorama artistico.

guglielmo castelli, torino, arte, marie claire maison italia, ottobre 2020pinterest
Courtesy Galleria Francesca Antonini
L’opera About Today, dove si intravede una figura femminile su una seduta verde fluo, è del 2019.

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Courtesy Galleria Francesca Antonini
Il grande dipinto I muscoli del capitano (2019).
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Courtesy Photo
La tela Tric trac, bombe a mano (2019).

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Galleggiando beati al futuro affidati (2019).

Lui si identifica nell'ossimoro "caos composto", in cui l'austera anima sabauda flirta assieme a impeto e passione. Con un passato da illustratore di moda e assistente scenografo, Castelli è uno dei quarantatré artisti invitati a partecipare alla Quadriennale di Roma, che apre dal 29 ottobre al 17 gennaio 2021 a Palazzo delle Esposizioni. Curato da Sarah Cosulich e Stefano Collicelli Cagol, si propone come l'evento più importante postpandemia. La sala dedicata all'autore piemontese si chiamerà Ordine nostalgico di un assetto spaziale e qui Gugliemo porterà il suo universo fragile popolato di ninfe, piante, animali. Un percorso cronologico, dai disegni su buste da lettera al trittico di quattro metri: «Il titolo riflette ciò che sono; in più, questi lavori sono stati realizzati nello studio che ora sto per lasciare. Un appartamento dal pavimento in cotto esagonale e il lungo corridoio, che attraverso la tipica luce cittadina mi ha insegnato che cosa sia il ricordo», riflette l'artista formatosi all'Accademia di Belle Arti di Torino.

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Are You Dangerous With Your Measure of Proof (2020).

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Courtesy Photo
Un ritratto di Guglielmo Castelli.

Nella poetica di Castelli c'è inquietudine, ma non pessimismo: «Credo che l'immagine si possa formare solo attraverso cadute e risalite», spiega. Così, per dare vita ai suoi quadri, il pittore guarda ai maestri: «A ispirarmi sono le prime nevi di Bruegel, gli addii accennati di Léon Spilliaert, le ombre blu di Prussia di Vuillard e i macro di Domenico Gnoli». Alla stessa maniera, la moda riveste un ruolo imprescindibile, in particolare per quella sua capacità di raccontare la contemporaneità di ogni epoca. «Se guardo le proporzioni apparentemente sbagliate di Rei Kawakubo penso alle installazioni di Ernesto Neto; quando ammiro invece i bustini di Azzedine Alaïa vedo le sculture di Brancusi».

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Courtesy Galleria Rolando Anselmi
Il misterioso dittico Afloat (2019). Le opere di Castelli sono nelle gallerie Rolando Anselmi di Roma e Berlino e Francesca Antonini di Roma.

Il suo futuro? Denso di impegni: sarà a Torino per Artissima dal 6 all'8 novembre, poi ad Art Cologne dal 18 al 22 novembre, dove terrà un solo show alla Galerie Rolando Anselmi. Mentre nel 2021 avrà una personale a Berlino, ultima tappa di una carriera in ascesa. «Lo scrittore Giorgio Bassani diceva che per disegnare bene si deve essere cattivi. Perché bisogna smontare il mondo, per poi ricostruirlo pezzo a pezzo, con infinita pazienza. Ecco, oggi sono infinitamente paziente».