Ada Kokosar indossa un outfit di Thierry Mugler.


Calzature sognanti, principesche, pronte ad assecondare una femminilità seduttiva, che però non rinuncia all'ironia

La prima casa visitata è diventata la sua, subito e senza ripensamenti: a Milano, zona Porta Venezia, in un edificio anni Cinquanta. «Mi hanno colpito il grande terrazzo, il parquet, le porte bianche dalle maniglie d'antan, che ho restaurato. E le boiserie/scarpiere disseminate ovunque», racconta Ada Kokosar, intravedendo in questo ultimo dettaglio un segno del destino. Perché lei è un'affermata shoe designer con il brand personale Midnight 00, esito di una brillante carriera. Nata a Vimercate quarantuno anni fa, con studi di moda nel capoluogo lombardo, ha collaborato come stylist per riviste e marchi prestigiosi (Vogue e Harper's Bazaar, & Other Stories – H&M Group, Cesare Paciotti).

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Francesco Dolfo
In primo piano, le boiserie/scarpiere. Sullo sfondo, nel living, mobile di Willy Rizzo.

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Divano Tufty-Time, design Patricia Urquiola per B&B Italia. Specchiera Ultrafragola, di Ettore Sottsass per Poltronova; lampada Arco, Achille & Piergiacomo Castiglioni, Flos.

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Ada Kokosar sul divano Tufty-Time, design Patricia Urquiola per B&B Italia; il coffee table è di Paul Evans. A parete spiccano le foto di Gian Paolo Barbieri (la prima a sinistra) e Michael Ochs (in basso a destra).

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Nella luminosa zona pranzo, il maxitavolo è di Leon Rosen; la libreria è un pezzo storico di Milo Baughman. Il lampadario risale agli anni Settanta, creazione di artigianato italiano, scelto su 1dibs. Le porte e il parquet sono originari, preservati nel revamping.

La notorietà è arrivata negli anni trascorsi a New York, ma adesso Kokosar (cognome di origine slovena) è tornata nel nostro Paese, nella residenza dove l'abbiamo incontrata, condivisa con il compagno Saverio Schiano Lomoriello e il pastore abruzzese Lana. «Ho sentito forte il richiamo delle radici e oggi mi lascio ispirare dai bei palazzi, dall'unicità di ogni regione, da un caffè sorseggiato lentamente...», rivela. A questo si aggiunge l'orgoglio del made in Italy, per lei che vanta una filiera produttiva nazionale, dai materiali all'esecuzione di creazioni dalle forme sorprendenti, di principesca femminilità non priva d'ironia.

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Ada Kokosar con il compagno, Saverio Schiano Lomoriello. 
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Mobile anni Sessanta, luce Serpente, Elio Martinelli per Martinelli Luce, e specchio marocchino.

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Nel prezioso espositore primo Novecento, scarpe del brand Midnight 00, di Ada Kokosar; lampada da tavolo in resina, Giorgia Jensen.

Texture corpose versus tessuti sensuali al tatto, valorizzati da scelte cromatiche mai banali, ovvero il lessico formale di un'estetica ribadita nell'abitazione: ciclamino accostato al verde cinabro, velluti e bouclé. E poi, le pareti grigio piombo del living contrapposte alla luminosità dell'area pranzo e alla palette pink dello studio. Gli arredi spaziano dal vintage all'iconico, «pezzi unici fatti per restare, da amare alla follia». Come le scarpe firmate da Ada: veri artwork, tanto che un modello è stato esposto nel newyorkese Metropolitan Museum of Art. Visioni future? Una collezione primaverile ecosostenibile di quindici esemplari («No all'overproduction!») con materie prime di recupero e nuance naturali.

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Francesco Dolfo
Nello studio bomboniera una parete è dipinta in magenta. Il tavolo di Umberto Mascagni ospita una borsa Roger Vivier. Seduta in primo piano di modernariato, mentre l’altra è Palma, disegnata da Carla Tolomeo: un arredo in tessuto e legno acquistato a un’asta e un tempo appartenuto a Marta Marzotto.