Ripensare gli spazi partendo dai volumi. Un codice formale che va dagli arredi xl alle installazioni site-specific
Tre identità − Barbara Ghidoni, Marco Donati, Michele Pasini − per un codice progettuale comune, quello di StorageMilano. «Un contenitore, secondo il significato letterale del termine, che racchiude idee, contaminazioni, sperimentazioni di linguaggi declinati in costruzioni, design, allestimenti, interni». È Pasini a spiegare la scelta del nome per il loro studio di architettura, fondato nel 2002 da un'amicizia nata nelle aule universitarie e diventata, «per un percorso naturale e dinamico», un fortunato legame professionale.
«Siamo architetti e alla base di ogni progetto c'è sempre la ricerca di soluzioni innovative; il decoro interviene in seconda battuta», afferma Ghidoni. StorageMilano, infatti, non si affida al linguaggio tradizionale di pareti e divisori. Dall'analisi dello spazio arriva a rimodulare gli interiors attraverso "microarchitetture" concepite spesso come installazioni o elementi d'arredo dalle dimensioni fuori scala. Si innesca così una tensione, un'interazione tra i volumi che si eleva a cifra stilistica assieme all'esteso utilizzo di materiali puri, caratterizzati da una texture potente: ottone, ferro crudo, metalli invecchiati, legno, pietra, cemento grezzo. «Il nostro modus operandi è aperto alla sperimentazione e l'ispirazione − orgogliosamente trasversale − attinge da un ampio ventaglio di stimoli: dal cinema all'arte contemporanea, fino alla moda», rivela Donati.
Un approccio fluido, libero da vincoli a livello estetico, che ha incontrato il favore proprio dell'universo fashion, con il quale StorageMilano ha allacciato importanti collaborazioni. Dal brand Luxottica (per il quale ha concepito il quartier generale di New York e sta mettendo a punto la nuova sede di Milano) a Dsquared2 (sodalizio che dura da quindici anni e si traduce nella realizzazione di boutique in tutto il mondo, oltre all'headquarter milanese nell'ex palazzo Enel, in Via Ceresio 7).
Di recente i tre soci hanno approcciato il mondo del design di prodotto. «Un'esperienza che ci porta a imparare meccanismi diversi e un modo inedito di pensare, che si tratti di un mobile, una luce o una seduta», aggiunge Barbara Ghidoni. Portano la firma di StorageMilano creazioni per Gebrüder Thonet Vienna, Potocco, Kundalini e Ceramica Bardelli, «azienda per la quale stiamo esplorando la tridimensionalità con una collezione dal nome programmatico: Volume».