Ha realizzato per sé non una semplice dimora, bensì una "cellula di rigenerazione energetica". Valentina Guidi Ottobri definisce "un utero materno" il luminoso appartamento fiorentino all'ultimo piano di un edificio anni Settanta, che costituisce il suo primo lavoro da interior. La Cabane − questa la denominazione − consiste infatti in stanze dal taglio personalizzato e una collezione di oggetti derivanti da una stratificazione di ispirazioni: la Toscana per i colori caldi e i materiali naturali; l'India − dove ha vissuto sei mesi − per la spiritualità diffusa; l'architetto e pittore spagnolo César Manrique, autore di abitazioni in intimo dialogo con il paesaggio.

monica spezia, valentina guidi ottobri, beba marsano,  marieclaire maison italia, marzo 2021pinterest
Monica Spezia
Scorcio del living con il divano vintage ad angolo, la libreria sagomata da una parte e, dall’altra, la parete a nicchie occupate da sculture, tra cui terrecotte di Antonio Di Tommaso

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Dettaglio della terrazza con piante grasse messe a dimora in vasi di Poggi Ugo.
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Tavolino di selenite con top in vetro.

Concepiti come un rifugio, questi ottanta metri quadrati con terrazze vista Duomo rappresentano l'outfit abitativo dell'apprezzata curatrice di progetti tra arte, moda e design, già buyer di Luisaviaroma. Una sorta di casa/galleria, vetrina di prototipi e produzioni del catalogo VGO Associates: atelier con sede presso una residenza d'artista nella campagna fuori Grasse, nel sud della Francia. «VGO è l'acronimo del mio nome abbinato a un pool di artigiani con i quali do forma a pezzi da me disegnati, replicabili su richiesta, oltre a una collezione d'autore di "sculture funzionali", capaci di infondere valore ai rituali della vita quotidiana», spiega.

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Nel salotto, coffee table in travertino e marmo Rosso di Verona illuminato da una luce in cartapesta.

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Libreria a nicchie con ceramiche, tra cui i Mostri total black ispirati ai bestiari medievali.

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La cucina sfoggia sgabelli realizzati assieme a Intro Interior Design.

Un concept che trova la sua massima espressione proprio qui a Firenze, in questi locali dove tutto gira intorno a un unico modulo centrale: la candida parete-libreria a nicchie, occupate da quelli che lei denomina "talismani". Objets d'art a tre dimensioni, tra i quali le terrecotte astratte di Antonio Di Tommaso e gli amatissimi Mostri dei fratelli Colì: «Maschere in ceramica nera ispirate ai bestiari medievali con funzione protettiva, come il totem a tre teste ideato da me e collocato nell'ingresso, che riprende la tradizione orientale dei Dvarapala, in sanscrito "guardiani delle porte"».

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La terrazza è arredata dal tavolo in scagliola con gambe in marmo nero Serpente, design Valentina Guidi Ottobri e Leonardo Bianchi, qui abbinato a sgabelli in terracotta modellati ad altorilievo da Poggi Ugo. Le piastrelle a pavimento sono parte di una linea concepita da Cristina Celestino per il brand Fornace Brioni.
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Stanza da letto con testata in rafia firmata Misha e luci da parete in marmo Pebble Sconces, design Kunaal Kyhaan.

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Un angolo della terrazza.

Il touch alchemico/esoterico − esemplare il tavolo Serpente realizzato in collaborazione con maestri toscani della scagliola − ben si sposa con l'imperante mood soft, espresso dagli angoli smussati e dalla sinuosità delle linee. «Da bambina guardavo Botero e mi perdevo nella rotondità di quei corpi», ricorda Valentina, che nell'artista colombiano vede l'antesignano più illustre nella percezione sensoriale dei volumi.

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Veduta di Firenze con la cupola di Brunelleschi e il campanile di Giotto.

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Valentina Guidi Ottobri davanti alla libreria a nicchie, pezzo forte della dimora.