Daniele Daminelli nel suo studio con blouson e scarpe di Prada, pantaloni e camicia di Dries Van Noten. Sofà Rigoletto, Supermobile 2046, lampada Bergboms e coffee table Haslev.
Il mio è stato un intervento conservativo, ma con il desiderio sotteso di conferire alla casa un look contemporaneo.
Come un couturier d'altri tempi, Daniele Daminelli insegue l'armonia di colori, forme e materiali con un autentico approccio sartoriale. Perché ama vestire gli ambienti esaltandone la storia e i volumi. Convinto sostenitore delle contaminazioni estetiche, si lascia ispirare da brani musicali, capolavori del cinema, arte e collezioni moda.
A capo di Studio 2046, Daminelli vive e lavora a Treviglio, comune in provincia di Bergamo dove ha ultimato di recente la sua nuova abitazione. «Progettata negli anni Trenta da Elio Frisia, fu pensata per i dirigenti di una fabbrica del vetro. Il mio è stato un intervento conservativo, ma con il desiderio sotteso di conferire alla casa un look contemporaneo. Ho scelto un verde boschivo come trait d'union cromatico, puntando sui giochi di luci e ombre.
Fanno il resto i parquet, i soffitti alti quattro metri e un ingresso scenografico attorno al quale ruota tutto», rivela. In ambito residenziale, Daniele ha curato pure il revamping di una dimora dei primi del Novecento a Caravaggio, nobilitata da una sofisticata ricerca su mobili e tessuti: «Esibita a muro in versione XL, la ciniglia stampata Monet di Rubelli crea un contesto attuale assieme a tappeti cinesi, lampade rarissime di Arne Jacobsen e sofà anni Cinquanta», riflette, mentre in una residenza di Vailate il suo segno distintivo si materializza nelle nuance rosa di una parete in cartongesso stuccata a vista.
Nel settore retail, Daminelli ha firmato a Bergamo il concept store Àgape, «una scatola rosso lacca, citazione decorativa del foyer del Regio di Torino, disegnato da Carlo Mollino». A Treviglio, invece, si è occupato di Loop: originale shop di abbigliamento per il quale si è lasciato guidare dalle atmosfere del film Grand Budapest Hotel, diretto da Wes Anderson. Ma non è tutto: in arrivo con Studio 2046 un'estensione della capsule Bacchetta, arredi di alto artigianato decostruiti e sezionati: «Qui i legni intarsiati duettano con l'acciaio, ideale rimando a Donald Judd e Walter De Maria». Côté prodotto, la lampada Tosca della collezione Supermobile 2046 entra nel catalogo di Viabizzuno e per Besana la novità è un pavimento tessile monocromatico. Inoltre, proprio questo mese, Daniele presenta Renaissance, linea di pezzi unici con la casa d'aste milanese Artcurial. E per il Salone del Mobile di settembre è già in cantiere un'esposizione nel rooftop della Torre Galfa, alla conquista di vette ancora inesplorate.