Nella speranza che la scienza riesca a clonarci, riprogrammarci e renderci immortali, arriva prima o poi per tutti il momento dell'implacabile consapevolezza: gli anni lasciati alle spalle superano ragionevolmente per numero quelli in attesa di essere vissuti; ovvero, i blocchi di partenza nella nostra maratona terrena risultano più lontani rispetto allo striscione del traguardo.

La coach americana Cheryl Richardson, autrice del toccante diario Waking Up in Winter: In Search of What Really Matters at Midlife, consiglia di non misurare il tempo – da un certo punto in avanti – attraverso le candeline sulla torta di compleanno, bensì focalizzandosi sul lento susseguirsi delle stagioni e sull'intrinseca bellezza di ognuna, al di là delle predilezioni personali. L'autunno sfoggia l'incandescente palette del foliage, mentre l'inverno porta con sé l’incanto della neve candida sui rami. E se la primavera ci inebria con i suoi trionfi floreali, l'estate è un vortice di frutti succosi.

Non focalizzarsi più sui compleanni, bensì sull’avvicendarsi pigro delle stagioni

Sintonizzarsi sulla ragion d'essere di ogni ciclo vitale induce a stare nel presente senza distrazioni o astratte proiezioni future, in contatto con la propria intima essenza. Per rendere questo obiettivo più facile, vi consiglio di scegliere un albero in un parco (o una pianta sul terrazzo) e osservare con curiosità la sua periodica trasformazione. La natura è un'immensa metafora di generosità e ricchezza, capace di mitigare l'inquietudine per la fragile caducità umana. Il suo messaggio è chiaro e confortante: la percezione dell'esistere diventa eterna solo nel qui e ora.