Siamo così focalizzati sul successo da non concederci il coraggio di sbagliare. Ma è proprio questo ad allontanarci dalla realizzazione del nostro grande sogno

La creatività ha le sue regole. Si manifesta quando ci concediamo il coraggio di sperimentare senza la certezza di un risultato (rischiando di commettere un errore o addirittura fallire) e se usciamo dalla nostra comfort zone, mettendo a tacere il monito dell'implacabile critico interiore, sempre pronto a demotivarci. Il fatto è che se siamo impegnati a scongiurare un presunto pericolo, non riusciamo a concentrarci sulla realizzazione del potenziale successo.

Osservare il mondo con gli occhi stupiti di un bambino, considerandolo una palestra di vita ("Sbagliando si impara") è il primo, irrinunciabile nutrimento della fecondità creativa. La filosofia buddhista parla di "mente del principiante" per descrivere lo stato di grazia che ci vede ricettivi all'ennesima potenza, perché liberi da pregiudizi, condizionamenti, dogmi o aspettative, come suggerito dal monaco Shunryu Suzuki-Roshi nelle conversazioni sulla meditazione e la pratica zen.

Si è portati a credere erroneamente che l'estro ideativo sia una dote innata, privilegio di pochi. Il suo seme alberga, in realtà, in ognuno di noi. Ma affinché possa trasformarsi in una pianta rigogliosa va innaffiato e concimato con diligente pazienza. Lo sanno bene i protagonisti di questo numero particolarmente ispirato di Marie Claire Maison, dal neodandy surrealista Vincent Darré alla regina del massimalismo decorativo Valentina Giovando, fino all'artista Liu Bolin, genio camaleontico. La mente, in conclusione, è come un paracadute: se non è "aperta" non serve a nulla...