Geniale, eclettico, aperto a ogni curiosità. Cinquecento anni fa, nel castello di Clos-Lucé, in Francia, muore Leonardo da Vinci, una delle figure più potenti del nostro Rinascimento. Per tutta la vita si definì “pittore fiorentino”, ma è a Milano dove ha vissuto più a lungo.

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Ed è proprio nella città meneghina che le celebrazioni partono in anticipo rispetto alla data della morte del Maestro, in occasione della Design Week. Due i luoghi chiave: la Conca dell’Incoronata che, su progetto di Marco Balich (lo stesso dell’Albero della vita a Expo) è valorizzata da un inserto architettonico sotto forma di una grande distesa d’acqua, sul cui bordo un enorme schermo a Led diventa una finestra su una futura Milano; quindi l’Ippodromo Snai San Siro dove, grazie al progetto Leonardo Horse Project ideato da Snaitech e patrocinato dal Comune di Milano, accanto alla famosa statua equestre del genio Leonardo sono esposti 13 cavalli realizzati da altrettanti artisti.

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La storia di questo straordinario monumento leonardesco, alto 7,30 metri per ben 10 tonnellate di peso, inizia nel 1482, quando Ludovico il Moro, duca di Milano, gli commissiona l’opera in omaggio al padre Francesco. Leonardo dedicò moltissimo tempo per studiare l’anatomia dei cavalli e realizzare un’opera perfetta: furono necessari due anni prima di vedere nascere un modello in creta.

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Ma gli eventi bellici sconvolsero i piani del Duca:la Francia invase il Ducato d’Este e il bronzo destinato al Cavallo venne invece utilizzato per realizzare i cannoni. La città di Milano ha dovuto aspettare fino all’autunno del 1999 per godere di quel meraviglioso progetto grazie dall’artista giapponese Nina Akamu.

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Rielaborazione grafica di Silvia M. Reppa

Per il Leonardo Horse Project, Cristina Morozzi ha selezionato tredici designer internazionali, chiamati a interpretare le repliche del cavallo a grandezza naturale attraverso la propria sensibilità. Il paesaggio fluviale, con picchi rocciosi e speroni ripresi dallo sfondo della Gioconda decorano il cavallo di Vito Nesta. Elena Salmistraro ci porta in America, per riprendere la venerazione e il rispetto per i cavalli, tipica della cultura dei nativi americani.

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Serena Confalonieri usa suggestioni prese dal mondo della moda e lo veste con frange di paglia. Marcel Wanders, con l’opera In the Shadow of Leonardo I Feel Like a Magician, realizza una riproduzione di se stesso in sella all’animale nelle vesti di mago colto nell’atto di estrarre un coniglio dal cappello.

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E poi ci sono i lavori firmati anche da Antonio Marras, Mario Trimarchi, Markus Benesch, Simone Crestani, Marcelo Burlon, Roberto Fragata e Daniele Papuli. A completare il Leonardo Horse Project, un’App con contenuti di realtà aumentata, che permette al pubblico di inquadrare i vari cavalli in città, attivando contenuti interattivi esclusivi su Leonardo e sugli artisti che hanno personalizzato le riproduzioni in scala dell’opera.