Nella fotografia in alto, Big Bang Fountain, 2014: una luce stroboscopica pare fermare l'acqua prima che cada, per effetto della forza di gravità.
L'evento segna il ritorno sulla ribalta londinese di uno dei più poliedrici talenti dell'arte mondiale. Dopo gli oltre due milioni di visitatori che nel 2003 hanno varcato la soglia della Turbine Hall per ammirare Glowing Sun − The Weath-er Project, la Tate Modern dedica una monumentale antologica a Olafur Eliasson. L'esposizione In real life − che durerà fino al 5 gennaio 2020, a cura di Mark Godfrey ed Emma Lewis − si preannuncia infatti come la mostra dei record. Realizzata in partnership con il Guggenheim Museum di Bilbao, si appresta a ospitare lo spettacolo di arcobaleni indoor e ombre caleidoscopiche capaci di porre lo spettatore al centro della scena.
Risulta intuitivamente difficile − se non addirittura impossibile − racchiudere in una definizione la creatività di Eliasson: non si tratta di un designer né di uno scultore, ma neppure di un semplice progettista. Vero è che numerosi lavori, in particolare quelli multimediali, nascono dalla ricerca sulla geometria complessa, i modelli di movimento, l'interesse per la teoria dei colori. Questa rassegna vuole rappresentare tutto questo e molto di più, ovvero si propone come un viaggio immersivo nelle principali tappe della sua carriera. Testimonianza ne è il fatto che per presentare l'appuntamento in arrivo è stata installata all'esterno del museo, sulla riva del Tamigi, Ice Watch: una composizione di ventriquattro blocchi di ghiaccio in via di scioglimento prelevati in Groenlandia, dove la banchisa si sta liquefacendo. Un soggetto drammaticamente attuale per richiamare l'attenzione sulle tematiche di climate change & global warming.
In real life comprenderà complessivamente una quarantina di opere, ventinove delle quali mai presentate prima in Gran Bretagna. Tra queste non poteva mancare un focus sul food, legato alla storia familiare del padre chef dell'artista e all'amicizia di lunga data con Massimo Bottura. Il Terrace Bar offrirà coerentemente un menu ideato da The kitchen team dello Studio Olafur Eliasson basato su alimenti organici, vegetariani e a filiera corta, portando alla Tate piatti biologici e sostenibili. Infine, nell'ottica di integrare e rendere più live l'esperienza, è previsto un suo intervento settimanale via Skype, per svelare al pubblico sperimentazioni e collegamenti tra i progetti compiuti e le idee ancora in corso di realizzazione.