Un cordoncino di lana scarlatta portato a guisa di braccialetto sul polso sinistro svolge, secondo la Kabbalah, il ruolo di scudo e protezione contro le energie negative. Ricorrente nelle cerimonie religiose buddhiste, viene indossato pure dalle spose induiste come talismano di fortuna e prosperità. Una valenza simbolica potente, per un ornamento così semplice, attribuibile a una leggenda cinese risalente alla dinastia Tang (618 – 907 d.C.), secondo la quale un filo rosso invisibile collegherebbe coloro i quali sono destinati a incontrarsi, a dispetto delle differenze di età, ceto sociale o provenienza.

Il laccio nel tempo potrà allungarsi o aggrovigliarsi (i nodi rappresentano gli ostacoli da superare), ma mai spezzarsi. Nel film Dolls (2002), del regista giapponese Takeshi Kitano, questo legame viene immortalato in una delle immagini più poetiche del cinema contemporaneo. I protagonisti, Matsumoto e Sawako, infatti, vagano senza meta – nel ciclico avvicendarsi delle stagioni – uniti da una corda vermiglia stretta alla cintola. Attraversano l'autunno dalle foglie infuocate, la primavera con l'inebriante fioritura dei ciliegi, l'estate afosa e l'inverno innevato, accomunati dal medesimo destino.

Il filo rosso annodato al polso ci racconta una storia appassionata

Secondo Jorge Luis Borges, le persone che transitano nella nostra esistenza lasciano sempre qualcosa di sé e si portano via un po' di noi. Qualcuno prenderà molto più di quanto sia disposto a dare, ma nessuno finirà per non lasciare nulla. Questa sarebbe la prova che l'attrazione non è mai casuale. E voi? Avete incontrato l'anima gemella candidata a diventare il fil rouge della vostra vita?