Magnetici zigzag dal potente impatto visivo, per porre in evidenza la complessità degli spazi che abitiamo
Scultura, wall painting, multimedialità. È declinabile in forme completamente differenti la ricerca artistica della svizzera Claudia Comte (classe 1983), eppure il suo tratto appare sempre riconoscibile. Una qualità non da poco, perché appartiene solo ai grandi maestri. Del resto, Comte vanta già un robusto curriculum di antologiche in tutti i continenti e figura nella collezione permanente del MoMA. Inoltre, è rappresentata nel mondo da alcune delle più prestigiose gallerie: la König di Berlino e Londra, nonché Barbara Gladstone, con sedi a New York e Bruxelles.
Ora il Castello di Rivoli presenta l'esposizione Claudia Comte. Come crescere e avere sempre la stessa forma (visitabile fino al 23 febbraio 2020), che − con la curatela di Carolyn Christov-Bakargiev e Marianna Vecellio − contempla pure undici interventi murali extralarge appositamente pensati per le sale del terzo piano della storica residenza reale. Torino e il suo museo dedicato all'arte contemporanea si confermano così un'attenta fucina delle realtà più interessanti del panorama internazionale, Comte compresa, le cui opere sono analisi puntuali di volumi nello spazio, con un'attenzione a temi di scottante attualità, come climate change e global warming.
Nelle sue creazioni, infatti, l'elemento geometrico − caratterizzato da un segno minimal − racconta e descrive i fenomeni naturali con una chiarezza e un dinamismo perfettamente allineati. Formatasi all'Ecole Cantonale d'Art di Losanna, con un master in Scienza dell'educazione alla Haute Ecole Pédagogique e Arti visive della stessa città, Claudia sfodera un talento davvero poliedrico: da un lato il corpo principale della produzione artistica è rappresentato da monumentali installazioni site-specific, dall'altro comprende anche artwork multimediali, nonché pittura e scultura. In particolare, quest'ultima sta riscuotendo un enorme successo; nasce soprattutto dall'attenzione dell'artista per la scelta dei materiali (dote rara in un'epoca in cui gli interpreti contemporanei stanno progressivamente abbandonando le tecniche artigianali). Tra i suoi favoriti, quelli presenti in natura: il sontuoso marmo (che nasce attraverso un processo metamorfico da rocce sedimentarie, quali il calcare o la dolomia) e ovviamente il legno, capace di conservare − e talvolta accrescere − il proprio fascino nei secoli. Materia viva che plasmata dalle mani sapienti dell'artista si trasforma in sublime astrazione.