Nella foto, la Tomba Brion nel cimitero di San Vito, ad Altivole in provincia di Treviso.
Nasce dalla sublime bellezza il nuovo libro Carlo Scarpa. Oltre la materia (Rizzoli): quella che il celebre architetto ha impresso alle sue opere e si manifesta come una rivelazione. Duecentoventiquattro pagine firmate da Patrizia Piccinini (giornalista di Marie Claire Maison) e Lorenzo Pennati (fotografo di punta del nostro giornale), che non vogliono essere né una fredda catalogazione né uno studio critico, piuttosto un racconto, un romanzo fatto di episodi avvincenti ed effetti speciali. Non a caso, è lo stupore a guidare lo sguardo quando si attraversa per la prima volta la porta del Negozio Olivetti di Venezia oppure si arriva in quell'edificio fatto di luce che è la sala scarpiana del Museo Gypsotheca Canova di Possagno.
Ogni progetto pare immerso in una atemporalità sospesa, in cui la potenza dell'architettura si riverbera su linee, superfici e volumi, conferendo all'insieme la classicità monumentale propria dei templi greci. La struttura si confonde con il dettaglio, in una perfetta armonia d'insieme. Nei lavori di Scarpa l'estetica è un fatto fisico e mentale, che trascende l'analisi dell'opera; il colpo di fulmine quando arriva sa farsi riconoscere. Dalla straordinarietà del vetro − che come un'epidermide trasparente fa entrare l'azzurro del cielo nella gipsoteca canoviana − fino al particolare, come il tocco bizantino dei mosaici nel Negozio Olivetti di Piazza San Marco; illuminati dalla luce del sole evocano i riflessi delle case sulla Laguna o quelli emanati dai sarcofagi dei coniugi Onorina e Giuseppe Brion, quest'ultimo fondatore e proprietario della Brionvega.
La loro forza è tutta lì: percorsi fisici e visuali, sguardi prospettici e squarci improvvisi. Non c'è neppure bisogno di una guida per visitare i musei curati dall'architetto; è lui stesso a indicare la via. Per esempio, quale itinerario percorrere alla Tomba Brion, con i gradini spostati a sinistra a fare da muta segnaletica. E poi ci sono le strade d'acqua. Da buon veneziano Scarpa decide di integrarla nelle architetture, l'accompagna all'interno della Fondazione Querini Stampalia e "inventa" una fontana nel negozio Gavina di Bologna. Un percorso che esplora questi luoghi con rispetto reverenziale, concentrandosi sui posti aperti al pubblico. Con l'auspicio che tutti possano vivere in prima persona le medesime emozioni.
Un libro per tutti gli appassionati del professore, che continuano a nutrirsi avidamente dei suoi lavori. Quest’anno, casualmente, Carlo Scarpa è tornato protagonista, con altri due libri scritti dall'architetto Guido Pietropoli, allievo e assistente del professore, che tra le altre cose è anche il grande protagonista del restauro della Tomba Brion. Pubblicati autonomamente, Quasi un racconto. Carlo Scarpa 1968-78: La storia del progetto del Cimitero Brion a San Vito di Altivole e A fianco di Carlo Scarpa: Gli ultimi dieci anni di vita di Carlo Scarpa raccontati da un suo stretto collaboratore, documentano attraverso narrazioni originali e un copioso materiale illustrativo inedito il maestro visto da vicino. E poi c’è la pagina Facebook, CARLO SCARPA architetto. Memoriae Causa, curata con devozione dall’architetto Aldo Fabbri: un luogo di studio e di costante ricerca per tutti quelli che amano l’architettura del maestro veneziano.