È un peccato che la mindfulness si stia trasformando da semplice e umile pratica meditativa a fenomeno di moda. La popolarità porta inevitabilmente a un'eccessiva semplificazione e all'opacità dovuta all'usura. Come doverosa premessa, ai "non addetti ai lavori" propongo la definizione classica del suo più illustre pioniere: Jon Kabat-Zinn.«Mindfulness significa prestare la propria attenzione con intenzione e in modo non giudicante al momento presente». Un'enunciazione in apparenza lampante, ma di difficile applicazione.

Ecco quindi i consigli della scrittrice buddhista Karen Maezen Miller per un risveglio mindful. Lasciatevi destare dolcemente dalla luce del sole, senza dover puntare tre sveglie sul cellulare per trovare la forza di alzarvi. Il premio: una tranquillità che vi accompagnerà fino al tramonto e la sensazione di non essere in perenne ritardo o braccati dall'agenda.

Dedicate i primi dieci minuti della giornata alla meditazione sul respiro: seduti con la schiena eretta e gli occhi chiusi, focalizzatevi sull'aria che entra ed esce dalle narici, allontanando con gentilezza i pensieri e le preoccupazioni che accorreranno a frotte nella vostra mente. Praticata con costanza, è un infallibile antidoto contro lo stress.

Infine, prima di uscire, rifate con cura il vostro letto. Sarà pronto ad accogliervi quando rientrerete a casa la sera, come naufraghi gettati a riva dalle onde. Extra bonus: il suo miraggio vi aiuterà a sorridere come un monaco zen perfino durante la riunione più soporifera. Meditate, gente. Meditate!