Federica Biasi, in total look Armani e sandali Church's, sulla lounge chair Huli per Frigerio. Panca Uma, Lema, e libreria Marianne, Mingardo.


Un altro tema nodale è quello della trasversalità, unita alla multifunzionalità, poiché la commistione degli ambiti casa/ufficio è ormai imprescindibile

Con le idee molto precise e un solido pragmatismo dalla dichiarata impronta nordeuropea, Federica Biasi non teme i cambiamenti in corso e neppure le sfide. Sa come assecondare gli uni e vincere le altre, «perché lo stile deve evolvere al passo con il mondo che gli gira attorno», afferma la progettista, dal 2015 a capo del suo studio (un team di cinque persone, lei compresa), oltre che art director di brand come Mingardo e Manerba, nonché docente di C.M.F. (Colours, Materials and Finishes) allo IED di Milano.

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Matteo Imbriani
La poltrona Livre, con rivestimento disponibile in pelle o tessuto e basamento in massello di frassino, per Gallotti&Radice.

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La luce a sospensione Jolie, in vetro di Murano soffiato a bocca e ottone, per Gallotti&Radice.

Classe 1989, Federica ha imparato ad Amsterdam «a rifuggire dalla retorica nei confronti del design e della storia; un bagaglio ingombrante, addirittura paralizzante per noi italiani, che rischiamo di non disegnare più nulla nel continuo rapportarci ai grandi maestri del passato».

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Qui, Federica Biasi sul divano Kokoro, di Manerba, nello showroom milanese del brand da lei progettato in Brera.

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Sofà componibili Noa, mix di elementi imbottiti, con o senza schienale, piani come tavolino in legno e marmo, Novamobili.
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Qui, le ceste Palù, in pelle intrecciata a mano, disegnate per il brand Rabitti 1969.

Lei, invece, di recente ha lanciato la lounge chair Huli di Frigerio, le ceste Palù per Rabitti 1969, la lampada Thula con Tooy e ampliato la collezione Livre di Gallotti&Radice con la sedia girevole e la poltroncina Livrette.

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Qui, un dettaglio del sofà Kokoro, di Manerba.

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Qui, il divano Sophie con struttura in metallo e imbottitura in poliuretano espanso, di Gallotti&Radice.

Ma non è tutto: ha curato anche gli interiors dello showroom Manerba in Brera e, in occasione del Salone del Mobile di settembre, sarà tra i dieci protagonisti di A Flame for Research, iniziativa con cui Mingardo ha chiesto ad acclamati designer − tra gli altri, Michele De Lucchi, Marcel Wanders, Philippe Malouin e Patricia Urquiola − di creare un candelabro per una nobile causa.

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Qui, la lounge chair Huli, di Frigerio, e lampada Thula, di Tooy.

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Qui, la libreria Marianne dalla struttura in nichel, i ripiani in vetro e i dettagli in ottone, di Mingardo.

Questi pezzi unici saranno prima esposti e poi battuti all'asta da Christie's, per finanziare l'Istituto Mario Negri, «che si è prodigato nella ricerca per il Covid e va premiato, sebbene quest'idea sia nata prima della pandemia».

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Matteo Imbriani
Un ritratto di Federica Biasi sulla versione girevole della poltrona Livre, dalla struttura in legno e metallo, qui rivestita in tessuto Euphoria grey, di Gallotti&Radice.

Attenta alle trasformazioni in atto, Federica Biasi nutre una predilezione per il know-how artigianale (sempre più a rischio di estinzione) e ha una sensibilità speciale per la sostenibilità a livello produttivo. «Un altro tema nodale è quello della trasversalità, unita alla multifunzionalità, poiché la commistione degli ambiti casa/ufficio è ormai imprescindibile. Lo dimostra la mia consulenza creativa per Manerba, che enfatizza l'aspetto couture degli spazi di lavoro», aggiunge.

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Virginie Garnier
Nello studio di Federica Biasi, moodboard per la collezione Lume, di Nespresso.
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Qui, Easy Chair: telaio in metallo e schienale in multistrato di betulla, Manerba.

Un approccio concreto, aperto a esplorare orizzonti nuovi. Come quello di misurarsi con una linea di borse e abiti, «considerata la spiccata connessione tra moda e design». Ma non viene esclusa neppure l'idea di mettere a punto qualcosa di originale legato al suono e alla tecnologia. Per guardare sempre avanti.



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Qui, la panca Uma dalla struttura in metallo verniciato bronzo, seduta con doppio cuscino e vassoio integrato in rovere, Lema.