C’è chi lo ama talmente tanto da volerselo iniettare in vena. Così, giusto per esprimere in modo teatrale l’attitude - che abbiam tutti - da choco-maniaci. C’è chi lo fa davvero. O quasi. Il trend che arriva dal Vecchio Continente e che sta letteralmente assuefacendo pure le popolazioni oltreoceano, è quello dello sniffare cacao in polvere. Ad aver meglio individuato il fenomeno è il Washington Post che ha attestato come sia ormai pratica diffusa e, particolarmente dilagante sniffare il cioccolato. Purissimo, se possibile. «Ne ho già sentito parlare. Dovrei forse provarlo?», scrive la penna di Jezebel.com Hannah Gold, mettendo nero su bianco una domanda che sorge spontanea. Perché sniffare del cacao? E, soprattutto, vedrò Lucy in the Sky o mi limiterò a starnutire cioccolata calda per il resto della giornata?

Sniffare cacao fa male? Il boom del chocolate shooterpinterest
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A far andare letteralmente in brodo di giuggiole gli amanti dell’alimento adorato dagli aztechi, ci ha pensato Coco Loko. Il brand americano con base a Orlando ha ideato e iniziato a smerciare - si parla di 40 mila ordini al mese - una vera e propria polvere a base di cacao per 12,50 dollari a bottiglietta. Completamente drug-free, si proclama il brand, ma da dipendenza immediata sono gli ingredienti che compongono questo mix sniffabile. Estratto di gingko biloba, taurina, guaranà e chocolate, appunto. Niente di trascendentale, quindi, sono tutti ingredienti che con facilità è possibile trovare all’interno dei più comuni energy drinks. E, soprattutto, vegan approved. Curiosa è, però, la nascita del brand Coco Loko. Il “padre”, un 29enne rampante made in Usa, tale Nick Anderson, ha confessato recentemente al Post di aver sentito parlare di cioccolata da sniffare solo pochissimi mesi prima della creazione della sua azienda ormai dorata & adorata. E, anzi, pare sia convintissimo che la dipendenza da cioccolato in polvere sia «il futuro».

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Più o meno conosciuto, quello del cioccolato sniffabile checché se ne dica è un trend in tutta Europa già da un paio d’anni. Da certe discoteche berlinesi - da vero cliché - alla compravendita di aggeggini smart, capaci di nebulizzare la polvere direttamente verso il naso. Senza dover fare il minimo sforzo. L’idea arriva dal Belgio, dove di cioccolato ne sanno a palate - altro cliché - e dove un maître chocolatier vende dal 2015 un kit per sniffare il cacao alla modica cifra di 100 euro per “spruzzata”.

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Se la droga fa male (e la filosofia peggio), resta che concentrare passioni e attitude all’assuefazione verso un’unica meta? Magari, in un futuro (prossimo) sarà socialmente accettato esclamare durante una cena «Vogliate perdonarmi, vado a incioccolatarmi il naso»?

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