Se questo è il momento “uccidete tutte le nostre certezze”, stabiliamolo una volta per tutte e mettiamoci l’anima in pace. L’ultima che avevamo e che pareva intoccabile, ovvero, il caffè fonte di energia (ultimamente ci eravamo anche buttate sul caffè col filtro), ce lo ha appena demolito una nutrizionista funzionale di New York di nome Alisa Vitti che da quando ha sofferto di sindrome da ovaio policistico, a 20 anni, studia tutto ciò che mangiamo e che può modificare la produzione e circolazione di ormoni nel nostro corpo. Alisa Vitti ha una compagnia chiamata FLOLiving e un’app, MyFLO che aiuta a monitorare il ciclo mestruale e a gestirlo al meglio. Nel senso che insegna come trarre il massimo del proprio rendimento dalle varie fasi. Ma torniamo al caffè. Cosa c’entra con ormoni e ciclo mestruale?

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C’entra perché, come spiega a Insider, Alisa Vitti non beve una goccia di caffè, ma neanche di soft drink che contengano caffeina, da circa 20 anni. Questo, dice lei, perché “la caffeina già da sola inibisce il corretto assorbimento di magnesio e vitamina B, che fa scivolare via dall’organismo forzatamente. La carenza di questi due nutrienti può provocare disfunzioni ormonali”. Secondo Alisa Vitti, provando a non assumere caffeina da alcuna fonte, già dopo un mese si cominciano a percepire i benefici dal ciclo mestruale successivo, meno invalidante. Ovvero, meno dolori, meno sindrome premestruale e maggiore energia. Secondo la nutrizionista, in generale, un’alimentazione che supporta la corretta e bilanciata produzione di ormoni, caffeina a parte, aiuta a vivere molto meglio, e questa non comprende alimenti che inneschino dipendenza, quindi anche lo zucchero. “Lo so”, dice lei, “chiedere di rinunciare a caffè e zucchero è un supplizio, circondati come siamo da bar e Starbucks che servono entrambi in deliziosa combinazione”. Ma provare per qualche settimana non è un gran sacrificio. Poi, se non funziona, niente è per sempre.

In apertura foto di Tyler Nix su Unsplash