«Nel complesso mi sento più forte e più sana. Sto imparando ad accettare il mio posto al vertice della catena alimentare senza sensi di colpa». Lilly O’Donnell è vegetariana come tanti e come tanti ha deciso di non esserlo più. Lo è stata per 21 anni fino a quando ha ricominciato a reintegrare piano piano proteine animali nella dieta a colpi di brodo di osso, lodato per le sue proprietà anti-infiammatorie e per la capacità di sostenere la salute delle articolazioni. Piano piano per non sovraccaricare il suo “sistema” da una vita ormai impostato su regime straight-edge. Tradita dal suo corpo, ha raccontato il suo personale percorso di redenzione e pentimento a Greatist.com: adolescente attivista per i diritti degli animali, le mucche le sono sempre state simpatiche molto più tra i prati che nel barbecue. Il suo addio alle bistecche è avvenuto molto presto, amore per gli animali a parte, approfondire la questione allevamenti&ormoni ha fatto il resto.

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Fino a quando, da adulta, dopo una vita trascorsa tra cene separate, menu alternativi e dottori che la tacciavano di essere malnutrita (per la cronaca Lilly adora il cibo messicano: «con tanto formaggio fuso e panna acida! Il mio piatto preferito è sempre quello più gustoso»), la sua capacità di trovare l’opzione perfetta alla carne non è stata all'altezza (nonostante un marito cuoco e vegetariano) e il suo sistema immunitario ha cominciato a zoppicare. Salute compromessa come causa del ripensamento? L’apporto proteico e di ferro era più che soddisfatto grazie ai legumi, le verdure a foglia verde, ma oltre alle necessità fisiche si è aggiunta la curiosità di riaffacciarsi alla dieta onnivora. Diversi brodi di osso dopo, la riabilitazione dello stomaco di Lilly è avvenuta con una massiccia dose di consapevolezza mista a entusiasmo e salsa barbecue. Nei limiti, s’intende. Buono il feedback a livello di salute, chissà il suo rapporto con gli animali.

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