Mettere una pezza alla sbadataggine puntando tutto sul tempismo. Soprattutto quando si tratta di cibo buonissimo rovinosamente precipitato a terra: qual è il tempo massimo che può trascorrere sul pavimento prima che germi e batteri lo contaminino irrimediabilmente? Leggenda urbana dice: non oltre i cinque secondi. Ma esiste una prova scientifica che asseconda la diceria e la trasforma in verità? Secondo quando emerso dallo studio (il primo, pare) realizzato da Jillian Clarke quando era uno studente liceale, durante un tirocinio di ricerca presso l’Università dell’Illinois: sì. I cibi hanno un’autonomia di cinque secondi prima di essere assaliti da germi e batteri. Ma lo scienziato Paul Dawson ha voluto andare a fondo alla lercissima questione pubblicando nel 2007 sul Journal of Applied Microbiology i risultati di un test realizzato nel laboratorio della Clemson University: l'esperimento consisteva nell’imbrattare piastrelle di ceramica, moquette e parquet con la salmonella, farci cascare sopra pane e salame e abbadonarlo lì prima per 5, poi per 30 e infine 60 secondi. Lo scopo? Misurare quanti batteri raggiungevano il bottino in ciascun intervallo.

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