La feta greca trend topic dell'estate 2017. La sua popolarità in tutto il mondo è cresciuta di pari passo con l’attrazione irresistibile per la Grecia e le sue isole come posti dove trascorrere almeno una vacanza nella vita. Quest’anno, grazie alla combinazione di prezzi contenuti, mare da sogno e cibo divino (lì sì che il termine è appropriato), la Grecia è nuovamente una meta boom. E chi si trova in Grecia ora, si starà deliziando delle classiche insalate di pomodoro, cetriolo, cipolla, origano, olio e, naturalmente, il feta, che poi preparerà a ripetizione al rientro, in piena astinenza. Ma sapevate che questo formaggio golosissimo può essere più sano di quelli preparati con latte vaccino?

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La feta, che tradotto dal greco vuol dire semplicemente “fetta” (e noi chissà cosa credevamo…), è classificato nella categoria dei formaggi a pasta semidura ed è ottenuto da un mix di latte caprino e ovino, anche se da quando è scoppiato il suo successo, alcune aziende hanno iniziato a produrre la versione con latte di mucca. Se volete rimanere fedeli alla tradizione, quindi, occhio alla lista ingredienti tutelati in Europa dal marchio Dop.

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Il valore calorico della feta è di circa 260 per 100gr (non molto, se si pensa che la fontina ne ha 389) e non è privo di lattosio come credono in molti, quindi è vietato a chi soffre di intolleranze importanti, ma è comunque più tollerato da chi ha solo problemi leggeri nel digerire i latticini. Le proteine della feta, infatti, subiscono, durante la lavorazione e la stagionatura in salamoia una prima idrolisi delle caseine, che ne aumenta il valore biologico. È quindi ricco di proteine preziose.

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La feta è sconsigliata a chi soffre di pressione alta perché la salamoia lascia molto sale nella sua pasta. Ma per tutti gli altri, questo peccato è compensato dall’assenza totale di conservanti, che la ricetta originale vieta di aggiungere (ci pensa la salamoia a tenere a bada i batteri), e dalla quantità bassa di colesterolo per un formaggio stagionato. Inoltre, raramente viene consumata da sola, viene quasi sempre aggiunta a una ricetta leggera (non c'è solo l'insalata classica!), e permette di non aggiungere altro sale proprio perché basta il suo. Per cui può essere un peccato di gola con pochi sensi di colpa.

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Fra il latte di pecora e di capra, il primo è riconosciuto come più grasso. Ma è anche molto proteico e contiene una quantità straordinaria di vitamina A ed E. La prima protegge la vista, le ossa e mantiene la pelle compatta. La seconda è un potente antiossidante che rallenta l’invecchiamento cellulare provocato dai radicali liberi. Assimiliate con i grassi del formaggio, le vitamine liposolubili si attivano e rendono la feta (mangiato nelle dosi adeguate) una vera cura di bellezza.

Uno dei pregi finali della feta è la qualità del latte. È risaputo infatti che la maggior parte del latte vaccino viene prodotto in allevamento intensivo e non sempre l’alimentazione delle mucche è esattamente “naturale”. Capre e pecore, invece, si sono dimostrate più ribelli al tentativo dell’allevamento intensivo ed è più facile che il latte con cui la vostra fetta di feta (scusate il gioco di parole) sia stato munto da animali che hanno brucato liberi l'erbetta. E il latte di una pecora priva di stress, è sicuramente più sano.

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