Declassati di fama internazionale vs novità meravigliose, che si traducono in ristoranti stellati da provare. Impresa titanica? Non per mangiare, più che altro per organizzare il Giro d’Italia dei nuovi stellati Guida Michelin 2018, aka le new entries che hanno trionfalmente (e meritatamente) conquistato un posto d’onore nella Rossa. La prima stella, la prima consacrazione per molti chef che già da anni vengono tenuti d’occhio dalle cronache (e dagli inflessibili ispettori), e una bellissima notizia: il 30% dei nuovi stellati ha meno di 35 anni di età. Largo ai jeunes restaurateurs, mais oui, i giovani inventori di alchimie culinarie irresistibili. Nel corso della clamorosa giornata delle (nuove) stelle Michelin 2018 sono stati assegnati anche alcuni premi speciali: il miglior servizio di sala è andato al ristorante Meo Modo di Chiusdino (SI), mentre il premio Qualità nel tempo al ristorante Al Gambero di Calvisano (BS). A noi interessa comunque conoscere a fondo le novità Michelin e quali sono gli chef da tenere d’occhio, quindi ecco un itinerario ragionato per dire addio (temporaneo) alla dieta con i piatti imperdibili dei loro menu.

Matias Perdomo - Contraste (Milano)
“Dimmi cosa mangi e ti dirò chi sono”. Una dichiarazione di intenti per il neostellato Matias Perdomo, che si candida a diventare (nel look) il nuovo Cracco. I piatti vengono costruiti su misura del cliente. Cosa mangeremmo noi? I suoi noodles di capasanta.

Andrea Larossa - Larossa (Alba, Cuneo)
Non solo Enrico Crippa: ad Alba c’è anche Andrea Larossa chef dell’omonimo ristorante dove la tradizione è una pietra solida su cui poggiare la fantasia. Dal menu del Larossa scegliamo un classicone: i Tajarin 87°, ovvero tajarin ai 40 tuorli, burro Isigny e tartufo bianco d’Alba.

Alessio Longhini - Stube Gourmet (Asiago, Treviso)
Il migliore Giovane Chef Michelin 2018 è Alessio Longhini dello Stube Gourmet di Asiago. A nemmeno 30 anni Andrea, allievo del tristellato Niederkofler, ha sbaragliato i colleghi con una cucina fermamente aderente al territorio dell’altipiano dove vive e lavora. Da assaggiare, pescato dal menu: "Giardino di verdure, terra alla mandorla, formaggio caprino".

Alberto Spracino - Cum Quibus (San Gimignano, Siena)
La Toscana tiene alta la bandiera con Alberto Spracino, lo chef del Cum Quibus: siamo in terra di Siena, a San Gimignano. Dalle sue proposte optiamo per un secondo di carattere: piccione di Moncucco con dragoncello, aglio nero e lumache.

Adriano Baldassarre - Tordomatto (Roma)
Nella Capitale degli stellati (ce ne sono davvero tanti), Adriano Baldassarre è uno tosto: al suo Tordomatto c’è una vasta scelta di pesce preparato egregiamente. Spulciando la sua carta, dove ci sono tre tipi di degustazione, abbiamo opzionato i Fagottelli con burrata, scarola e alici.

Davide Pezzuto - D.one Restaurant (Montepagano, Teramo)
Come si fa a non voler provare un piatto che recita “Mazzancolle, cachi, foglie arrosto e castagne”? E infatti noi stiamo tipo cane di Pavlov. La creazione è del neostellato Davide Pezzuto, chef del ristorante D.one Restaurant che ha regalato una nuova stella all'Abruzzo.

Luciano Villan - La Locanda del Borgo (Telese Terme, Benevento)
Scendiamo verso sud con Luciano Villan, chef de La Locanda del Borgo in provincia di Benevento. Tra le sue infinite proposte ci piacerebbe tantissimo assaggiare le linguine con vongole, tè nero e lemongrass, una rivisitazione di un classico che non stufa mai.

Foto di apertura by Annie Spratt on Unsplash