La spugnetta da cucina è quell’accessorio che almeno una volta nella vita abbiamo usato tutti, ma proprio tutti. Compresa la regina Elisabetta (pare che a Balmoral, in vacanza, diventi un po’ massaia). E la scoperta, da qualche tempo a questa parte, che le spugnette sono uno dei ricettacoli preferiti dai germi ha creato un po’ di panico (nb. anche l’interno delle borse però non scherza: pare siano più popolate dei wc pubblici). Beh, sappiate che non c’è pace: ora si scopre che lavandole regolarmente per distruggerne tutti i piccoli ospiti nelle sue fibre non si faccia altro che peggiorare la situazione. Ma perché? Peeeeerché?

Lavare le spugnette fa male allo stomacopinterest
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Partiamo dall'inizio. Che una spugnetta da cucina fosse poco igienica, in fondo non era difficile immaginarlo. Hanno tutte le caratteristiche ideali per il proliferare di microorganismi. La struttura sforacchiata che fa da micro-tana, l’umidità costante, il calore di una stanza dove ci sono sempre fornelli accesi e soprattutto, residui di cibo a volontà (esattamente come sui denti!). Da quando però gli scienziati hanno lanciato l’allarme, in molti abbiamo preso l’abitudine di lavarle, queste benedette spugnette. I metodi sono molteplici, a seconda delle scuole di pensiero (e del livello di paranoia). C’è chi le lascia a mollo tutta la notte in acqua e detersivo, chi le butta nella lavastoviglie, chi le bolle in pentola e chi addirittura le mette nel forno a microonde. Sono tutte azioni inutili. Anzi, possono peggiorare la situazione.

Lavare le spugnette fa male allo stomacopinterest
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Uno studio pubblicato da Nature.com ha svelato infatti che lavando molto le spugnette si riscontra, in effetti, un calo momentaneo della densità per centimetro quadrato dei germi che ospita. Ma è anche vero che i pochi in grado di sopravvivere allo sterminio sono i più forti della famigliola decimata. Una volta bagnata nuovamente la spugnetta, una volta somministrata loro una nuova dose di cibo, i mostriciattoli si ingrassano e si moltiplicano. Di nuovo. Trasmettendo agli eredi le loro super caratteristiche e la loro resistenza alla bollitura, al lavaggio e al microonde. E riuscendo a farsi strada, eventualmente, nel nostro stomaco. Senza uccidere nessuno, ok, ma favorendo le intossicazioni alimentari (per poi chiederci "ma cosa ho mangiato che mi ha fatto male"?). Un fenomeno molto simile alla resistenza che alcuni batteri stanno sviluppando nei confronti degli antibiotici. Ma qual è allora la soluzione che bisogna adottare? Non c’è bisogno di buttare via le posate e le stoviglie a ogni pasto e comprarne di nuove. Per impedire ai germi di diventare supercorazzati è sufficiente cambiare la spugna ogni 15 giorni e non perdere tempo con lavaggi che non servono a niente, ma proprio a niente. Dirlo prima, no?