Il melone come metafora di vita (amorosa). Una buccia invitante e un profumo misterioso, ma il rischio che la polpa si riveli anemica e sapida. O indietro (non maturo) o peggio: marcio. Ma qual è il segreto per scovare un melone gustosissimo scegliendolo a scatola, pardon guscio, chiuso? Partendo dalla forma, soggettivamente invitante, azzeccarne il potenziale resta tutta una questione di naso. Nessuna sorpresa, soltanto un’utilissima conferma: l’indizio è il profumo.

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Se è piacevole, le possibilità che all’interno si nasconda una polpa corallo dolcissima si raddoppiano. Il melone non è ancora pronto (e nel peggiore dei casi, vecchio) quando l’odore della scorza ricorda quello del muschio. Ma non solo. L’indicatore del livello di bontà del melone più affidabile è il picciolo: se dopo averlo tastato risulta morbido e tende a staccarsi facilmente allora è ok. Passare a un altro se invece appare secco o molto secco. Toc toc?Valida anche la tecnica del bussare leggermente sulla buccia con la mano stretta a pugno. Se il suono prodotto è sordo, allora il melone avrà buone probabilità di essere maturo al punto giusto. Rimbombo vuoto? Statene alla larga. Ulteriore conferma dello stato di maturazione lo dà la zona opposta al picciolo: se premendola risulta elastica e non troppo morbida, il melone è pronto. Non resta che abbinarlo a crudo e fico e buon appetito (senza brutte sorprese).

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