preview for Greek Sushi Is What Your Body Needs Right Now

Sushi sì, sushi no? Riso + pesce crudo sembra la combo più healthy, ma siamo sicuri che sia veramente così? Se il sushi sembra essere la scelta più sana per la pausa pranzo, se il sushi sembra essere la scelta più ovvia per chi è in regime detox, il SUSHI è anche molto meno bello/bravo/buono di quello che abbiamo sempre sostenuto. Il suo primo allarme? Essere tra i cibi che saziano ma solo all'apparenza. Ci sono dei motivi che porteranno il sushi (già messo in angolo dalla mania per i ramen) a essere fortemente rivalutato? Sì. Abbiamo esperti che ci hanno dato dati e cause del perché il sushi fa male, malino? Eccome...

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1. Il sushi è una scelta "dolce" che appaga (solo) sul momento. Come i succhi di frutta, i cereali industriali, l'alcool, gli hamburger, le patate e il pane bianco, anche il sushi fa parte dei cibi che saziano al momento, poi... torna l'appetito. Composto essenzialmente da riso bianco all'aceto, il sushi ha un indice glicemico alto. «Se esistono cibi che mettono a tacere l'appetito», spiega la nutrizionista Corinne Chicheportiche-Ayache intervistata da Madame Le Figaro, «primi tra tutti le proteine, ce ne sono altri che, avendo un alto indice glicemico e generando di conseguenza poi un calo di zuccheri, portano inevitabilmente un languorino poco dopo averli assunti». Di conseguenza, si mangia ancora. NB: secondo il progetto fotografico spagnolo SinAzucar sei pezzi di sushi contengono 12 grammi di zucchero, equivalente a tre zollette.

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2. Il sushi ha troppi cereali, poche proteine. Circa il 75% del sushi è composto da riso bollito in acqua condito con aceto di riso zuccherato. Se il pesce è presente in quantità minime, le salse invece abbondano prime tra tutte la salsa di soia che ha un elevato contenuto di sodio e potrebbe, quindi, favorire la ritenzione idrica. Essendo una sorta di sale liquido - ogni cucchiaio fornisce circa 10 grammi di sale - bisogna usarla con moderazione. Lo stesso vale per la salsa teriyaki, molto zuccherina e ricca di sodio poiché composta da una base di salsa di soia cui vengono aggiunti zucchero e olio. Del poco pesce presente la maggior parte è rappresentato da tonno e salmone che, come è noto, non sono tra i peschi più sicuri, come spiegato ai punti 4 e 5.

#3 Il sushi calorie alle stelle. Ogni California roll a base di granchio, maionese e avocado fornisce 35-40 chilocalorie, mentre un nigiri sushi 65-70. Come “alleggerire” un pasto a base di sushi? Bere tanta acqua ci aiuta a depurare l’organismo perché contribuisce a eliminare le scorie senza apportare calorie. Ordiniamo sempre una bella insalata perché è una verdura cruda che va masticata a lungo e fornisce acqua e fibre aumentando il senso di sazietà, aiutando così a mangiare meno. Un'ottima alternativa sono gli edemame (fagioli di soia), le alghe, la zuppa di miso e il sashimi, ricchi di proteine e quindi (più) sazianti.

#4 Il sushi rischio parassiti. Il più temuto è l'Anisakis, un genere di vermi nematodi che può infestare numerose specie ittiche come sardine, aringhe, acciughe, sgombri, totani e calamari. Una volta ingerita, la larva spesso muore e non dà sintomi, ma in altri casi può provocare nausea, vomito, dolori addominali, febbre fino, in casi molto rari, la perforazione della parete gastrica. Perché succede? La normativa europea obbliga i produttori e i negozianti a congelare il pesce a -20 gradi per almeno 24 ore, ma spesso risulta quasi impossibile controllare se il ristorante ha effettuato o meno l’abbattimento della temperatura. Scegliere, quindi, solo locali che possono darci una certa affidabilità.

#4 Sushi = Pesce. Sì, ma quale? Abbiamo appena sottolineato l'importanza di scegliere ristoranti e sushi bar sicuri e affidabili onde evitare il rischio di ingerire parassiti. A questo rischio c'è da aggiungerne un altro, che s'incontra sia quando si mangia pesce crudo sia cotto. Si tratta del rischio di ingerire (anche) metil-mercurio, un composto organico presente naturalmente nell’ambiente o per via dell’inquinamento. Le specie che ne accumulano quantità maggiori sono il tonno, il pesce spada, il luccio e in generale i pesci di grandi dimensioni. Questi pesci, quindi, mangiati con moderazione e mai durante la gravidanza. Per quanto riguarda il salmone, invece, è bene ricordare che la maggior parte proviene da allevamenti intensivi, quindi potrebbero essere nutriti con mangimi arricchiti di coloranti o con sottoprodotti di origine animale.

in apertura Foto di Redd Angelo su Unsplash