Questo è un titolo-controsenso in un periodo storico e culturale in cui l’avocado è considerato - riviste scientifiche alla mano - elisir di giovinezza. Eppure se gli ultimi cinque anni hanno visto un exploit di ricette con l’avocado, semi-esperti della maturazione giusta per l’avocado del secolo, il grande boom dell’avocado potrebbe esplodere in mille pezzi e…addio toast all’avocado. Il perché arriva, neanche troppo velatamente, dai dati raccolti dall’Associated Press secondo cui la crescente domanda di avocado ha alimentato un cambiamento ambientale notevole. Eccessivo. Se la scelta di quale qualità di avocado acquistare è diventata un imperativo di sempre più famiglie europee (anche se gli Stati Uniti restano tra i più assidui consumatori mentre la Cina ha aumentato la “spesa” del 200%) l’altro lato della medaglia è una distruzione ambientale per favorire nuove coltivazioni di avocado.

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Il problema sorge e si spinge da Città del Messico alle piantagioni limitrofe (il Messico è tra i primi paesi produttori ed esportatori di avocado). Associated Press rivela che il problema principale è uno: lo spazio. Ovvero l’ambiente ideale per la crescita della pianta di avocado è molto simile a quello dove crescono indisturbati pini e abeti. Risultato: disboscamento massivo di questi per piantare futuri avocado da supermercato. La crescita economica dell’avocado è rapidissima: si parla di un più costante (a gennaio costavano 86 cent di dollari in più, a luglio, 1,10 dollari).

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Del resto se si è arrivati a inventare un metodo per rendere maturo l’avocado ancora acerbo (metodo non proprio ortodosso) il perché è proprio nella richiesta serratissima - e senza stagione - di avocado. Ovviamente per permettere ovunque nel mondo di svegliarsi con un toast all’avocado ecco che di mezzo ci andrà una farfalla rara, la farfalla monarca, tipica delle foreste messicane del Michoacán, zona tra le più a rischio per lasciare spazio a nuovi appezzamenti di avocado i cui profitti sono una scommessa sempre vinta per gli agricoltori messicani. E non solo. Associated Press si è avvalsa dell’analisi di Mario Tapia Vergas ricercatore dell’Istituto nazionale del Messico per le foreste e agricoltura «non solo deforestazione ma anche spreco di acqua visto che per rendere più maturi gli avocado che arrivano sulle tavole di mezzo mondo è necessario bagnare maggiormente il terreno. Spreco che tocca i torrenti di acqua pulitissima di Michoacán». Forse è ora di riformulare la domanda: cosa succede al corpo se si mangia avocado tutti i giorni? Che i benefici, in terra, finiscono.

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