78 anni fa si scriveva di drink come oggi si scrive di serie tv. Tutto era nuovo, tutto era necessario, tutto era rivoluzionario. Lucius Beebe sul New York Hearld Tribune era una firma dello scandalo. E all’epoca bere un Bloody Mary poteva essere uno scandalo: motivo per cui uno dei drink più diffusi al mondo è diventato così famoso grazie ai gossip di chi lo beveva, dove lo beveva e, soprattutto, a che ora lo beveva. Ma la storia del Bloody Mary ha radici ben più complesse, infilate lì tra le cuciture di poltrone “fatte” di scandali IN hotel: il fatto stesso che il Booody sia nato, come ricorda la penna alcolica del New York Times, Rosie Schaap «per mano di un barman di Parigi intorno al 1921, mentre altri dicono che sia nato negli Usa durante il Proibizionismo e infatti il primo Bloody Mary era senza alcol solo a base di succo di pomodoro» mischia le carte in tavola, ops, bancone, su uno dei drink più comuni al mondo. Facilissimo da sbagliare, calorico quanto basta per essere definito “l’insalata da bere”, così chiamato per origini tutt’altro che splatter, anzi, glitterate. Il suo nome (forse) lo si deve a Mary Pickford, la divina del cinema muto (e co-fondatrice della United Artists) ma anche agli effetti di troppi Bloody Mary all’ora di pranzo (Bloody Mary nella narrativa per bambini è una strega bambina-assassina).

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Colpa di quella combo perfetta tra succo di pomodoro e vodka: ideata nel 1939 da George Jessel perfezionata dal francese Fernand Petiot che da buon gustaio aggiunse altri ingredienti per la ricetta originale del Bloody Mary, tabasco compreso «quattro manciate di sale, due di pepe nero, due di pepe di Caienna e uno strato di salsa Worcestershire, una spruzzata di succo di limone. Quando ho messo le mani sul Bloody Mary originale era solo metà pomodoro e metà vodka…». Il suggerimento della Schaap è molto diretto: il Bloody Mary nella cultura statunitense è un drink da pasteggio, MA deve essere riabilitato anche dopo la mezzanotte. Anzi. Per berlo secondo le origini dovreste andare al St.Regis Hotel, Manhattan, oppure all’Ambassador East Hotel di Chicago dove un cliente chiese un’aggiunta rimasta poi in tutti i Bloody Mary del mondo: il gambo di sedano. La ricetta del Bloody Mary prevede: 4,5 cl di vodka, 9 cl di succo di pomodoro, 1,5 cl di succo di limone, 2/3 gocce di salsa Worcester, sale, pepe nero, Tabasco. Ma non basta: ci vuole l'attitude per ordinarlo, esigerlo completo alla perfezione, quasi stellato (nelle intenzioni).