Cabin crew, please prepare for gate departure. E per stappare le bottiglie di vino in aereo, anche, così evitiamo disastri da bevande frizzanti. Concedersi un bicchiere di vino a bordo è uno dei piaceri che anticipano la vacanza - se di fuga dal lavoro di tratta - o un momento di assoluto relax, il respiro dopo la stretta allo stomaco del decollo, il sorriso che riserviamo alle già sorridenti hostess cercando di non farle impazzire. Ma non tutti i vini sono uguali: a bordo di un aereo pressurizzato a 10mila metri di altezza, anche le papille gustative più fini di tutte vanno in tilt. Motivo? Altitudine + ricircolo dell’aria + poca umidità = meno ossigeno nel sangue e minore percezione di ciò che è buono. Di conseguenza si modificano i sapori. Figuriamoci se un bicchiere di vino non si trasforma in mero, amarissimo succo d’uva scadente. Col rischio di rovinarsi non solo il palato ma pure la digestione, che in volo è già discretamente compromessa (tutta colpa del metabolismo infelice che lavora a regime dei minimi a bordo). Eppure bere vino in aereo può essere piacevole con i vini che reggono le altezze e non diventano spiacevoli con l'altitudine. Almeno non tutti.

Bere vino in aereo, i consigli per scegliere la bottiglia giustapinterest
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“Non esiste una regola valida per tutte le situazioni” spiega Steve Troian, head of inflight product di Air Dolomiti. “Con voli di durata da 1 a 2 ore, si ricercano vini con una buona struttura, ma non troppo complessi e che sviluppino subito le proprie peculiari caratteristiche; i tannini non dovrebbero essere troppo accentuati perché il palato nell’ambiente pressurizzato li percepisce in maniera accentuata rendendo l’esperienza meno piacevole”. Ci sono anche vini in aereo in grado di riservare sorprese, ma in linea generale è bene evitare i robusti rossi del Sud tipo Negramaro e Primitivo, o quelli molto invecchiati, di una certa età, che non renderebbero al meglio il loro bouquet di profumi e sapori. È una questione di percezione del gusto in ambiente pressurizzato: “L’acido, il salato e il dolce sono gusti che in quota vengono percepiti ad un livello inferiore” continua Steve Troian. “Per il servizio di bordo, si prediligono vini che invece presentano in maniera accentuata proprio l’acidità, la mineralità e il grado alcolico” in modo da dare una scossa al palato un po’ condizionato -è il caso di dirlo- dalla pressurizzazione.

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Ok, quindi quale vino da bere in aereo è migliore e con quale abbinamento di cibo? Via libera a vini non tannici che non interferiscono con il sonno delle papille gustative. Sugli aerei Air Dolomiti, che per tutto il 2018 terrà una collaborazione con le Cantine Masi della Valpolicella, si possono bere i prodotti della cantina veneta come il Colbaraca Soave Classico, il Valpolicella Classico Superiore Toar e il Moxxè Pinot Grigio vinificato spumante, per chi non rinuncia alle bollicine a bordo. In linea generale più sono vini giovani, meglio è: il Barolo invecchiato, ecco, meglio di no. E se i rossi possono essere più ostici vista la naturale propensione alla robustezza, tra i bianchi si gioca più facile: lo Chardonnay è un po’ il jolly delle bevute in aereo, con i suo sapore acido e la vinificazione che praticamente può essere fatta sia ferma sia frizzante, e può sostenere il confronto con l’alta quota. Quanto all'abbinamento vino-cibo in aereo, ricordatevi di scegliere menu da viaggio che siano ricchi di sapore umami così da non risultate insipidi. Evitate le salsine eccessive e il vostro brindisi non si trasformerà in un incubo digestivo.

in apertura foto di Derek Thomson su Unsplash