Food delivery = moda perfetta per pigri&incapaci a cucinare. La soluzione a tutti i mali, dal frigo vuoto all’emergenza appuntamento galante in casa o ricarica post incontro tra le lenzuola, cela va de soi. Il cibo da asporto per gli Xennials, la generazione che ha un’indipendenza faticosamente conquistata, freelance nel bene e nel male, e quindi ha almeno 14 ore giornaliere di lavoro sulle spalle, è una salvezza necessaria alla nutrizione basilare, così da evitare di incappare nelle sempreverdi scatolette di tonno + insalata (quando va bene) o verdure surgelate (quando va malissimo). O peggio, un kebab tiepido consumato in piedi appoggiati ad un bancone, nel neon di una periferia che farebbe la gioia perversa di Edward Hopper. Liberaci dal male del cibo cattivo, amen, e dacci oggi i nostri riders del food delivery, angeli alati che corrono in soccorso della fame più disperata -previa strisciata di carta di credito e, per i più fortunati, una mancia alla consegna-. Facci scegliere tra schermate e schermate di proposte di cibi che fanno bene e solleticano gola e salute, così da non ritrovarci sazi ma disfatti (da una recente indagine è emerso che comunque a stravincere è sempre la cucina italiana da asporto, segno che la tradizione mediterranea è un must infallibile). I food riders, i fattorini delle consegne, ricevono solo che il nostro affetto più imperituro. O le nostre imprecazioni quando abbiamo fame e non arrivano, anche. Sono loro che si avventurano in strade lontane, condomini fatiscenti, seguono indicazioni sommarie e si ritrovano flaneur del cibo in giro per la città. Sono anche quelli che raccontano gli aneddoti più divertenti del delivery perché spesso e volentieri incappano in clienti proprio strani, con esigenze assurde e richieste lunari (non solo per gli orari). Così tra pizza da asporto, hamburger vegani, cinese, sushi take away e altre mille novità da ogni parte del mondo, i riders di Foodora hanno svelato quali sono stati gli ordini e i clienti più assurdi dell’ultimo anno.

Un rider di Foodora svela le cose più assurde che la gente ordinapinterest
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Le storie non finiscono qui. Torino e Toronto sono accomunate da due clienti speciali che hanno ordinato tramite il food delivery per ben 500 volte in un anno. Significa un pasto e mezzo su due al giorno, in media: tanto curiosi questi clienti. O che amino particolarmente quel/quella rider che consegna a domicilio? Sempre nel nostro paese, un cliente ha ordinato Coca-Cola per 90 volte dallo stesso ristorante: almeno il cibo variava tra due, pollo tikka masala e risotto vegetariano. Una scelta di stile. La bevanda più amata in Svezia è... sempre la coca: gli svedesi ne bevono il doppio rispetto alla Francia, che a sua volta ne beve quattro volte di più dell’Olanda. D’altronde gli esosi olandesi sulle bevande ci vanno pesanti: hanno anche il ristorante con uno dei prodotti più cari, una bottiglia di champagne da 9 litri al pezzo di 1750 euro. Mai ordinata finora (sembrerebbe). Ma la consegna più particolare di tutte? Un food delivery in carcere. “Dopo aver superato molti cancelli e aver percorso diversi corridoi vuoti, ha oltrepassato le porte magnetiche di sicurezza prima di incontrare il cliente”. Ma i detenuti possono ordinare online? No. Semplicemente la consegna era per una guardia carceraria che voleva disperatamente del pollo fritto. A ciascuno il suo junk food, anche nei momenti più impensati. “In Australia la leggenda narra che un rider abbia consegnato in uno strip club… a una celebrità, nome top secret” raccontano dal servizio di food delivery. E sempre dal down under arrivala storia di un rider particolarmente attaccato alla sua maglia: “A Melbourne un rider si è sposato indossando la giacca foodora sopra l’abito da cerimonia”(E alti 10 invitati erano rider a tema). Ma non solo i dipendenti affezionati al food delivery:esistono anche gli insospettabili clienti, quelli che non ti aspetteresti mai possano rivolgersi al servizio di cibo a domicilio. “Un rider ha consegnato ad un indirizzo che a prima vista sembrava solo un garage maltenuto. Dopo aver suonato il campanello, la porta si è aperta, conducendo il rider in un enorme cortile che, una volta superato, permetteva di raggiungere un cancello scorrevole nero. A suo interno un imponente giardino roccioso e un’incredibile villa signorile di fronte alla quale erano parcheggiate diverse auto di lusso…”. Resta il dubbio su chi fosse il singolarissimo destinatario della consegna. Forse un ospite annoiato e affamato dalla festa in corso?

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