Potrebbe essere una puntata direttamente da Siamo fatti così(inutile storcere il naso, ci siamo passati tutti) ma, invece, è realtà spiegata molto chiaramente. Pesa circa due o tre chili, vive nel nostro intestino e un tempo si chiamava "flora intestinale": cioè trattasi della colonia di microrganismi più numerosa del nostro organismo rinominata negli ultimi anni microbiota intestinale che ha come funzioni principali quella di filtrare e bloccare le calorie in eccesso e quella di contribuire a regolare il sistema immunitario. E per spiegare l'effetto salvifico del prestare attenzione alla flora intestinale è "arrivato" anche il best seller (inaspettato) La dieta su misura (Sperling & Kupfer, 2018) scritto a quattro mani da Eran Elinav, medico immunologo e ricercatore all'università di Tel Aviv, ed Eran Segal, uno dei maggiori esperti internazionali nel campo informatico-genetico: «L’intestino ospita fino a 40mila miliardi di cellule microbiche e fino a 1.000 specie diverse di microbi. In effetti, le cellule dei batteri intestinali sfiorano il numero di quelle totali presenti nel corpo. Se ci basassimo semplicemente sulla conta cellulare, saremmo umani solo a metà, con i nostri miseri 30mila miliardi di cellule umane. I microbi che ospitiamo al nostro interno sono per la maggior parte batteri, ma anche virus, funghi, parassiti e altri organismi microscopici con un DNA proprio e un numero di geni pari a circa 200 volte il nostro. I microbi vivono su di noi e dentro di noi, in ogni punto del corpo che abbia un contatto con il mondo esterno: la pelle, la bocca, l’intestino, le vie respiratorie e l’apparato genito-urinario. Costituiscono sistemi detti microbioti, la cui esistenza è stata riconosciuta soltanto alla fine degli anni Novanta. Di tutti quelli presenti nel corpo, il microbiota dell’intestino è di gran lunga il più variegato, complesso e fisiologicamente importante». Okay ma senza riesumare N episodi del cartone animato sul corpo umano, cosa sabbiamo del batterio che permetterebbe di non ammalarsi mai, o quasi?

#1. Cos'è e cosa fa il microbiota? Secondo Elinav e Segal questo insieme di microorganismi contribuisce a stabilire come e quanta energia estrarre dal cibo che mangiamo, produce vitamine essenziali di cui il corpo ha bisogno, ma che non può prodursi da solo, come le vitamine K, B12, B9 e B2, contribuisce a regolare il sistema immunitario, a innalzare una barriera contro i patogeni e può determinare il tipo di allergie di cui si soffre e gli allergeni che, invece, non costituiscono un problema. Un particolare tipo di batteri presenti nel microbiota della madre, chiamati oligosaccaridi, si trasmette al bambino quando viene allattato al seno, e contribuisce a far sì che nel suo organismo si formi un microbioma sano.

#2. Cosa succede quando non è in equilibrio. Un microbiota diversificato, sempre secondo Elinav e Segal, è vigoroso e più efficiente, mentre una minore varietà batterica si associa sia a fragilità fisica sia a ridotte performance cognitive. Alcune ricerche effettuate sui topi dimostrano che seguire per tre o quattro generazioni una dieta occidentalizzata, con un basso contenuto di fibre, porta all’estinzione di particolari microbi. Per ripristinare le specie batteriche perse occorre aggiungere i batteri mancanti e/o cambiare il modo di alimentarsi, così che preveda una maggiore varietà di ingredienti, come di solito hanno i cibi tradizionali, naturali e non lavorati. Così facendo, si potrebbero reintrodurre alcuni dei batteri venuti a mancare e fornire un maggiore apporto di fibre per sostenere una popolazione batterica più ampia e diversificata.

Microbiota ovvero come non ammalarsi MAIpinterest
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#3. Cibi amici del microbiota. Come detto sopra semaforo verde ai cibi tradizionali, naturali e non lavorati e sì a probiotici e prebiotici. Cosa limitare? Gli alimenti troppo ricchi di proteine (carni lavorate), grassi (formaggi) e zuccheri nascosti. L'intestino pigro assorbe male i nutrienti utili per il corpo poiché assorbe anche le scorie inutilizzabili e/o tossiche. Soluzioni: prima di tutto aumentare l'assunzione di fibre essenziali per un buon transito e, quindi, una buona evacuazione delle scorie attraverso il colon. Optare per porri, crescione, cipolla e asparagi che evitano la stagnazione nel tratto digestivo e promuovono l'equilibrio della flora intestinale che partecipa al processo di disintossicazione.

#4. Cos'è, invece, il microbioma? Se il microbiota si riferisce a una popolazione di microrganismi che colonizza un determinato luogo, il microbioma indica la totalità del patrimonio genetico posseduto dal microbiota, cioè i geni che quest’ultimo è in grado di esprimere. Nemici di entrambi sono gli antibiotici che se da una parte impediscono il proliferare dei patogeni e lo sviluppo di malattie infettive, dall’altra compromettono l'abituale popolazione batterica che risiede soprattutto nell’intestino, popolazione che svolge un ruolo fondamentale nel mantenimento dello stato di salute dell’organismo ospitante.

#5. Trapianti di microbiota su pazienti pediatrici. Sono stati realizzati per la prima volta grazie al protocollo clinico messo a punto dai medici dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù. Il trapianto è stato usato come terapia sperimentale in pazienti affetti da malattie infiammatorie intestinali (morbo di Crohn), malattia del trapianto contro l'ospite (GVHD) e una sindrome da attivazione macrofagica di origine genetica. «Si tratta di un grande passo avanti sul piano della ricerca traslazionale e dell'applicazione clinica in campo pediatrico, ma allo stesso tempo bisogna essere prudenti e attendere ancora per valutare compiutamente l'efficacia di questi trapianti nella fase di follow up di ogni specifica patologia», ha spiegato la dottoressa Lorenza Putignani, responsabile dell'Unità Operativa Semplice di Parassitologia e dell'Unità di Ricerca sul Microbioma Umano del Bambino Gesù.

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