Appena svegli una bella tazzina di caffè (o una tazza, se vi piace quello americano) come prima cosa da fare, e la giornata parte con una sferzata di energia. Sicuri? Questo è quello che abbiamo sempre pensato, una delle convinzioni granitiche della nostra esistenza. Sapevamo solo che bere troppo caffè fa male, che bere caffè fa bene se nelle dosi giuste, riduce addirittura il rischio di cancro, diabete e parkinson. Ma della mattina non ci aveva mai detto niente nessuno. Invece nuovi studi potrebbero smentire tutto. E no, non è la solita contro-teoria complottista basata su fondamenti inconsistenti. I motivi sono molto dettagliati e li ha esposti Insider con la consulenza di un esperto, il neuroscenziato Steve L. Miller. Seguiamoli con attenzione. Nel nostro ipotalamo c’è una zona che si chiama nucleo soprachiasmatico, che è composta da neuroni e ha il compito di regolare il nostro ritmo circadiano nelle 24 ore, ovvero i cicli di fame e sonno e la secrezione di sostanze utili volta per volta, come il cortisolo. Il cortisolo è l’ormone dello stress. Una qualifica negativa un po’ ingiusta, perché il giusto livello di allerta, invece è sempre stato fondamentale per la nostra sopravvivenza (certo, quando poi è troppo non va bene). Fino a qui ci siamo?

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Foto di Pete Bellis per Unsplash

Quando la mattina suona la sveglia, una prima dose di cortisolo ci permette di focalizzare la situazione: siamo svegli, ci dobbiamo vestire e scappare al lavoro senza fare tardi. Già ci sentiamo stressati al solo pensiero, ma senza il cortisolo, sentendo la sveglia, ci si rimette a dormire beati. Immaginate quindi il nucleo soprachiasmatico che eroga cortisolo per farvi svolgere tutte queste funzioni. E voi che ci aggiungete sopra? Della bella caffeina eccitante. Cortisolo più caffeina vuol dire (ci si perdoni il termine poco scientifico) sclerare. Troppa sollecitazione, che si traduce in stress e quindi problemi al cuore e malumore. Assumendo invece il caffè quando il rilascio di cortisolo è cessato, si stimola l’organismo con gentilezza. Ma quando si verificano questi picchi di produzione di cortisolo, in modo da poterli evitare?

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Foto di Heather Schwartz per Unsplash

Secondo il professore Miller, ci sono tre diverse fasce orarie: dalle 8 alle 9; da mezzogiorno all’una; dalle 17.30 alle 18.30. Fuori da questi orari bere caffè fa benissimo, in teoria. Ovviamente i ritmi circadiani cambiano nelle persone che si svegliano prestissimo per indole (gente come Tim Cook, Barack Obama, Hillary Clinton, tutti in piedi fra le 3.30 e le 4 del mattino), in tal caso caso bisogna spostare indietro le cifre. Il momento giusto, il migliore in assoluto, per bere il caffè è quindi dopo le 9.30 e non oltre le 12.00, in genere quando siamo già sul posto di lavoro. Ma poiché la caffeina rimane nell’organismo per 12 ore, bisogna tenere conto che sorseggiare un caffè dopo le 18.30, quindi fuori dal picco di produzione di cortisolo, può significare comunque compromettere il ciclo del sonno. L'unico orario pomeridiano tollerabile che rimane, per chi è abituato a berne sempre, è quindi il secondo slot di tempo dopo pranzo. E adesso, facciamo una prova.