Del sale rosa dell’Himalaya ci rimase solo la bellezza. Da quando abbiamo scoperto che le sue tanto decantate qualità sono un filo sopravvalutate, e che un buon sale marino iodato siciliano vale molto di più (costando meno), abbiamo iniziato a cercare un superfood supersalt alternativo che ci consoli dalla delusione e che sia anche bello da vedere. Ci siamo buttati sul sale nero? Probabile. Dobbiamo aspettarci anche sul sale nero, a breve, la stessa smentita di quello rosa? Vediamo. Intanto, il colore di un sale dipende dagli elementi aggiuntivi che lo compongono. Così come nel sale rosa dell’Himalaya il colore è determinato dal ferro ossidato incorporato nei suoi grani, quello del sale nero può dipendere dal carbone, ma anche da altri elementi chimici, come lo zolfo. A differenza di quello rosa, di sale nero ne esistono diversi tipi, fra cui si può scegliere quello giusto per noi.

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Il sale nero di Cipro è quello più comune nei supermercati, ma non nasce naturalmente “nero”. Si tratta di una buona qualità di salgemma alla quale viene addizionato il carbone. Non vuol dire che si tratta di un prodotto “artificioso” e nocivo. È semplicemente un combo di due elementi, uno utile in cucina, l’altro utile per la pancia gonfia. È quindi il sostituto doc del sale comune se si vuole tenere sotto controllo il gas intestinale. Stesso discorso per il suo parente più stretto, il sale nero delle Hawaii, o Black Lava Salt. Prodotto sulle isole Molokai, è sale marino che viene lavorato aggiungendo il carbone durante l’essicazione. Effetto sgonfia pancia a parte, questo procedimento ha solo motivazioni estetiche perché, ad esempio, tritare del sale nero sulla carne è molto scenografico. Oppure, dopo averlo polverizzato bene, provate a bordarci il bicchiere della Tequila al posto del sale bianco. Altro che boom boom.

Ma il vero Sale Nero, con le maiuscole, quello che dobbiamo cercare e amare è il Kala Namak, o Bire Noon, condimento tipico dei paesi asiatici, noto anche come sale nero dell'Himalaya. Nasce nero di suo e ha un odore e sapore pungente per la presenza, come accennavamo prima, di zolfo e altri elementi che a volte lo rendono viola scuro. Utilizzato anche nella Ayurveda, è ricco di proprietà. In India e Pakistan è popolarissimo e facilmente reperibile, considerato quasi una spezia. Al Kala Namak vengono attribuite molte proprietà, tra cui quella di abbassare il colesterolo, di aiutare a contenere i sintomi dell’artrite, di essere addirittura utile contro l’impotenza (detto nel paese del Kamasutra, forse dobbiamo crederci). È Benefico contro la stitichezza, è un buon sostituto del sale bianco durante le diete perché causa meno ritenzione idrica. Il consumo di sale nero dell’Himalaya aiuta a produzione di serotonina e melatonina (quindi, buoni sonni e buonumore). Ed è adatto a chi soffre di acidità gastrica, perché i minerali che contiene la smorzano. Si può anche usare esternamente. Sciolto nei suffumigi caldi è utile nell’insufficienza respiratoria. Scaldato bene con un po’ d’acqua in un pentolino, e versato in un panno spesso, è ottimo come cataplasma contro i dolori muscolari e articolari. Okay, adesso che abbiamo trovato il Kala Namak, non sentiremo più la mancanza del sale rosa.