A chi tocca lavare i piatti? Ma non solo oggi, non dopo il pranzo estivo con dodici invitati, tutti amici a cui poterlo chiedere (e tutti che per euforia da luppolo rispondono: “io!”). A chi tocca oggi, domani, a chiunque viva con te e dorma con te. A chi tocca come compito quotidiano. “Lavori da donne” un tempo, quando le donne non portavano in casa uno stipendio. Oggi, secondo le statistiche, i lavori di casa toccano (ancora) in percentuale molto maggiore alle donne anche a parità di ore lavorative fuori casa col compagno o marito. Anche quando la donna guadagna di più dell’uomo. Addirittura, anche quando lui non lavora per un periodo e l’unico stipendio a casa lo porta lei. E non si tratta di un problema circoscritto all’Italia. Una ricerca del CFF (Council of Contemporary Families), un ente americano che monitorizza le dinamiche familiari, ha messo in evidenza che le coppie moderne si dividono molto più di un tempo le faccende domestiche, ma non siamo ancora neanche lontanamente alla pari. E la bestia nera dei lavori in casa è quello, sempre quello: il lavaggio dei piatti. Che secondo la ricerca del CFF è fra le cause apparentemente futili quella che maggiormente spinge il rapporto verso il burrone.

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Ma perché proprio lavare i piatti e non altro? Se l’è chiesto Atlantic, che fa notare come, da quello che spiega la ricerca, le donne che si ritrovano a lavare i piatti come routine conclamata sono più inclini ai conflitti relazionali. Il loro rapporto di coppia è meno soddisfacente e persino il sesso arriva a risentirne, rispetto a quelle con i partner che dividono equamente i turni del lavaggio. Perché prendersi carico di ogni altra faccenda domestica genera meno risentimento? Atlantic lo ha chiesto al professor Dan Carlson, esperto di studi del comportamento delle famiglie e dei consumatori alla University of Utah, che prova a formulare alcune ipotesi: “Lavare i piatti è disgustoso, nei piatti accumulati e nel lavandino si depositano cibo guasto o ammuffito. Se in casa ci sono bambini, i residui del latte nelle tazze manda cattivo odore dopo poche ore. Inoltre, a differenza di cucinare, fare giardinaggio (e anche riassettare la casa, ndr) alla fine dell’operazione non si ottengono nemmeno complimenti. Quale uomo direbbe mai ‘come sono venute lucide le posate!’. Mai sentito”. Superando gli inevitabili limiti della mentalità maschile del professore (uno scapolo che lascia i piatti ad ammuffire è più facile da trovare rispetto a una donna single), possiamo prendere per buona l’ipotesi della mancanza di soddisfazione finale, perché lavare i piatti è solo un ristabilirsi di uno scenario che era stato alterato. Ma ci sarebbe da aggiungere che il termine “sguattera” è molto legato proprio al lavaggio dei piatti, che il sinonimo “lavapiatti” è considerato il mestiere più umile con cui si vuole apostrofare qualcuno per offenderlo (insieme a “lava latrine”). Mai sentito qualcuno insultare dicendo “cuoca” o “spolveratrice di mensole”. Eh no.

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Tradizionalmente, continua a spiegare il professore, le donne nelle epoche di inferiorità sociale si sono sempre dovute accollare compiti “sporchi”, che prevedono la pulizia delle funzioni vitali altrui. Quindi pulire i bagni, lavare i panni sporchi, lavare i piatti dopo i pasti. Anche accudire gli anziani non autosufficienti, aggiungiamo noi. Gli uomini si sono invece dedicati sempre a lavoretti domestici “puliti”, che non portano a contatto con sporcizia umana. Spostare mobili pesanti. Falciare l’erba. Lavare l’automobile. Tutt’al più passare la scopa in cucina dopo pranzo. Le donne, che oggi diventano amministratrici delegate di grandi aziende (spesso ottenendo risultati migliori) non accettano più, a volte inconsciamente, di essere ancora destinate in una coppia ai compiti che nessuno vuole svolgere perché un po’ rivoltanti. Quando questo viene imposto come una cosa scontata, lo percepisco come una punizione senza aver commesso alcun “reato”. Ed è normale che poi sviluppino rancore nei confronti degli uomini. Anche perché basta guardare una partita di calcio per notare che, se si divertono, i maschi non si fanno tutti questi problemi a schizzarsi addosso a vicenda sudore, saliva, a volte sangue, e a impastarlo con polvere, terra ed erba. Cosa vuoi che sia lavare i piatti a mano, al confronto?

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Bisogna tenere in conto quindi che se per amore, inizialmente, sopporterete una relazione con un uomo che non tocca un piatto sporco, e pensate che un giorno lo farà, la possibilità che la storia finisca male è MOLTO alta. Okay, lavare i piatti fa dimagrire, dicono. Ma le calorie si buttano in palestra o a letto, non con i guanti di gomma. Il consiglio del professore è quello di cercare di svolgere questi lavoretti sporchi insieme, non a turno. Lavare i piatti insieme, almeno con uno/una che lava e l’altra/o che asciuga. Pulire il bagno insieme. Trasformare le faccende domestiche in un’occasione di avvicinamento, di approfondimento del rapporto, è un modo per rendere i lavori anche divertenti. Nelle coppie in cui queste problematiche sono risolte, persino il sesso è di qualità migliore. E poi, lo dice anche Caparezza, senza ironia in una sua canzone: Un vero uomo dovrebbe lavare i piatti. Basta così poco, a volte. Basta provare. Basta insegnarlo ai propri figli, per garantirgli un futuro felice con la donna che ameranno.