Mica la faremo passare per una novità. I cristalli curativi, andavano di moda già negli anni 70 e sono stati il boom di ritorno del New Age anni 90, le star di Hollywood ne portavano sempre addosso almeno uno, due se erano del tipo che non entrano in conflitto tra loro. Si portava il turchese per smorzare l’aggressività (o“energia in eccesso”, come la si definiva con un eufemismo), e l’ametista per smaltire prima l’hangover (pare che i re longobardi usassero coppe di ametista per bere il vino e restare lucidi). Le estetiste più avant garde li usavano, smussati, per fare i massaggi. La cristalloterapia ha una lunga storia trasparentissima e non è necessariamente legata alla magia. Il principio base, infatti è che le pietre naturali emettono delle radiazioni “buone” e possono trasmetterle all’organismo influenzandone positivamente le funzioni. Ora i cristalli curativi stanno tornando alla ribalta, anche perché sono molto fotogenici e quindi su Instagram vengono benissimo. Li usa con passione Adele, li usa con ammirazione Miranda Kerr, tutte giurano di sentirsi più felici e rilassate con un cristallo a portata di mano. E non c’è motivo di non crederci. I cristalli sono belli e per un’inspiegabile reazione, ci si affezione ai propri come fossero cuccioli, diventano una addiction. La loro presenza nella nostra vita non può quindi fare male. Quello che c’è di nuovo rispetto a 20 anni fa, sui metodi per sfruttare al meglio queste proprietà, è l’abbinamento con l’acqua.Acqua fresca, da bere.

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Il gadget che sta mandando in brodo di giuggiole i crystal fan è infatti una borraccia (bellissima da guardare) identica a quelle che molte di noi portano in borsa per idratarsi regolarmente, ma col valore aggiunto: al suo interno c’è un grosso cristallo nel formato detto tecnicamente “obelisco” che in modo un po’ omeopatico trasmette i suoi effetti benefici all’acqua potabile in cui viene immerso. Negli Stati Uniti è diventato un tale oggetto del desiderio fra i vip che la compagnia produttrice, che si chiama Glacce, rimane continuamente sprovvista del modello con quarzo rosa e con ametista. La bottiglia ha un doppio tappo avvitabile, sopra e sotto: in quello inferiore è incastonato il cristallo, che quindi è intercambiabile. Oltre al quarzo rosa e all’ametista, le bottiglie sono accessoriate anche di ossidiana, che aiuta a sentirsi sicuri di sé, e di quarzo bianco, che comunica energia, lucidità e positività. Il prezzo? Si aggira sui 100 dollari o meno, abbordabile.

Ma funzionano davvero? Lindsay Champion, una giornalista di PureWow ha provato il metodo per 30 giorni e la sua recensione si può riassumere in alcuni punti. Prima di tutto, tirare fuori la bottiglia e bere in pubblico suscita molta curiosità e stupore. E complimenti. Questo, unito alla bellezza della bottiglia, e al divertimento, invoglia a bere di più col risultato che l’idratazione ci guadagna. Racconta di aver avuto un’emicrania durata 4 giorni, che non sa se associare al trattamento (secondo alcune teorie, il processo di detox del corpo può provocare mal di testa: è questo il nostro caso?). Ma dopo il 30esimo giorno bevendo acqua infusa di cristalli, il suo verdetto è stato totalmente positivo. Dice di aver ottenuto un paio di successi sul lavoro e di essersi sentita più entusiasta della lezione di yoga. Insomma, più energica e positiva,aggiungendo che non sa sei sia trattato di suggestione, o se veramente il cristallo funziona. Ma alla fine, quello che conta, non è il risultato?